Autori:

D. Borella, F. Giannetti, G. Bonetti, R. Canino, V. Poli, A.
Minervino

Ente:

Dipartimento Salute mentale, Azienda Istituti Ospitaleri di Cremona
Direzione sanitaria, POOP, Azienda Istituti Ospitaleri di Cremona

Nel corso del processo di accreditamento all’eccellenza secondo Joint Commission International avvenuto con successo l’ospedale Oglio Po, ospedale generale inserito nell’Azienda Ospedaliera “Istituti Ospitalieri” di Cremona, aveva rilevato e sottolineato questioni relative alla componente umana, alle difficoltà di comunicazione e alla conflittualità.
Il nostro gruppo di lavoro si è proposto per rilevare e valutare il bisogno.
L’offerta è stata accettata ma si è ritenuto di non procedere senza prima acquisire una sostanziale verifica della disponibilità data in quella occasione.
Si è proceduto quindi ad elaborare, proporre e realizzare un programma di interviste ad un gruppo di operatori (circa 50 persone) composto dai primari, caposale, responsabili di servizi sanitari, tecnici ed amministrativi più un numero di operatori scelti a caso.
Le interviste sono state registrate e trascritte ed i testi che ne sono derivati sono stati analizzati secondo gli strumenti del Conversazionalismo (G. Lai, www.tecnicheconversazionali.it)
Gli incontri di tutti noi per il lavoro di J.C. ci ha fatto spesso confrontare con aspetti problematici del lavoro nel nostro ospedale, aspetti indicati con espressione del tipo: “non c’è comunicazione e ci sono conflitti.”

I testi delle interviste confermano in pieno tale posizione. Si tratta di una posizione nota nella letteratura che si occupa dell’analisi delle organizzazioni come per esempio quella che descrive il modello della TavistocClinic di Londra.
I risultati della ricerca sulle parole indicano che l’insieme degli operatori dell’ospedale assume un atteggiamento di percezione ed indicazione del problema (questioni relative alla comunicazione e alla conflittualità) ponendolo soprattutto come presente
nell’ospedale ma non riferito a sé.
Di fatto la lettura psicologica fatta sulle interviste ha avuto una conferma tramite l’analisi conversazionale. Ciò ha permesso di offrire ad un’organizzazione complessa come quella di un ospedale una restituzione oggettiva, depsicologizzata, con il vantaggio di diminuire il rischio di attivare forti resistenze.