Qual’era la situazione in Italia nel periodo che ha portato alla fondazione dell’Associazione SIMP?

Dopo l’intervista ad Antonelli del 1975 sulla situazione della psicosomatica a quel momento, può avere un suo interesse  conoscere, sempre dalla stessa fonte quale era la situazione, in Italia nel periodo che ha portato alla fondazione delle SIMP

La lettura del documento proposto  può dare un’idea sia del contesto culturale allora in atto sia fornire elementi di valutazione per cogliere continuità o modificazioni verificatesi nella impostazione di Antonelli, che ha guidato e gestito la SIMP sino al 2000 data della sua scomparsa

Dalla lettura del materiale proposto il lettore può trarre elementi di concordanza o meno sulla impostazione culturale seguita e su specifici aspetti della stessa  che, comunicati, possono dare luogo a confronti, scambi, approfondimenti che potranno trovare spazio sul sito.

Intervento al Convegno sullo “Stato attuale della psicoterapia in Italia ” Roma, 13 marzo 1965 pubblicato come editoriale di Ferruccio Antonelli  su Medicina Psicosomatica v 10 n° 1 anno 1965. 

La situazione attuale della psicoterapia in Italia, nel campo della medicina psicosomatica, è assai più promettente di quanto si possa immaginare, soprattutto tenendo conto del fatto che la psicosomatica italiana conta appena quindici anni di vita.

Una breve storia di questi tre lustri può giovare a dimostrare la solidità delle basi su cui poggia l’odierna programmazione degli sviluppi futuri della psicoterapia nel campo della psicosomatica.

[….] la ricerca psicosomatica propriamente detta, come corrente di pensiero e come dottrina autonoma, dotata di presupposti teorici e di appli­cazioni pratiche assolutamente nuovi e legittimamente scientifici, appare per la prima volta in Italia, ufficialmente, nel 1950. 

In quell’ anno, presso la Clinica Neuropsichiatrica di Milano, allora diretta da Riquet Ferraro si svolse un corso di Medicina Psicosomatica, e Cazzullo, che nello stesso anno aveva presentato una comunicazione sui concetti della psicosomatica al Congresso Nazionale di Neurologia; aprì un “Centro di studi di Medicina Psicosomatica”.

Nello stesso anno Gedda, allora presidente della Gioventù Italiana di Azione Cattolica, incluse il tema “fondamenti e prospettive della medicina psicosomatica” nel Concorso Anno Santo (il’50 era appunto “Anno Santo”).

Questo premio fu vinto dalla mia monografia dal titolo omonimo che venne poi pubblicata nel 1952, contempo­raneamente alle traduzioni italiane dei volumi di Alexander e di Weiss  ­English, entrambi intitolati “Medicina Psicosomatica”.

Nel 1954 la “Gazzetta Internazionale di Medicina e Chirurgia” dedicava uno speciale numero triplo, da me redatto, alla medicina psicosomatica, con prefazione di Gozzano.

Nel 1955 l’Italia veniva invitata a far parte della “European Society cor Psychosomatic Research” e da allora è sempre stata rappresentata alle conferenze biennali di Amsterdam, Amburgo, Copenaghen, Madrid, Atene, meritando di vedersi assegnare l’organizzazione della prossima conferenza (Roma, settembre’ 66).

Nel 1956 iniziava le pubblicazioni la rivista italiana “Medicina Psicosomatica”, trimestrale di psicosomatica, psicologia clinica e psicoterapia, da me redatta con la direzione di Alexander, BOSS e  Gozzano.

In occasione del Congresso Internazionale di Allergologia, questa Rivista promosse a Roma, nel 1959, una “tavola rotonda sugli aspetti psicosomatici dell’allergia”, presieduta da Gozzano, con la collaborazione di Denis, Leigh, Noelpp, Cazzullo, Ambrosetto, Canestrari, Perrotti e Manganotti.

Centri di studio di medicina psicosomatica sono andati aprendosi in più sedi. .

Ne ricordo alcuni:

  • a Perugia, presso l’Istituto di Semeiotica Medica diretto da Oliva e affidato a Rottini;
  • a Roma, presso l’Ospedale Fate­benefratelli affidato a Ganzerli, presso l’Istituto Dermopatico affidato a Soavi, presso il Centro di Reumatologia diretto da Lucherini;
  • a Milano, oltre che presso la Clinica Psichiatrica di Cazzullo, presso l’Istituto di Indagini Psicologiche. di Marchesan, affidato a Guantieri.

Alcune scuole di specializzazione comprendono la psicosomatica tra le materie di insegnamento: tra queste sono

  • la Scuola di Psichiatria a Milano,
  • e quelle di Gastroenterologia, Pediatria, Neuropsichiatria infantile a Roma_

La psicosomatica è ancora oggetto di insegnamento

  • in un apposito Corso libero all’ Università di Roma
  • e in una scuola pratica di training psicoterapico per medici che Galli tiene a Milano presso li suo Centro per lo Sviluppo della Psicoterapia, proseguendo un’utile iniziativa già presa da Ancona alla Cat­tolica di Milano.

[…] Studi sugli aspetti psicosomatici, o genericamente psicologi e psichiatrici, di svariate malattie appartenenti alle più diverse specializzazioni della medi­cina, sono stati condotti e pubblicati da numerosi autori, dimostrando un ge­nerale e costante interesse per la psicosomatica da parte di tutte le branche della scienza medica italiana.

La Rivista “Medicina Psicosomatica” ha ospitato parecchi di questi studi ed ha fedelmente recensito tutti gli altri, sicché la sua collezione rappresenta un autentico archivio del movimento psicosomatista nazionale.

Uno degli aspetti della psicosomatica che ha ottenuto un eccezionale svi­luppo è stato quello ostetrico.

La preparazione psicopedagogica al parto in­dolore, valorosamente propugnata in Italia da Delle piane e dal compianto Malcovati, si è diffusa senza limitazioni in tutti i centri ostetrico-ginecologici sia universitari che ospedalieri.

[…]  La medicina interna ha anch’ essa affrontato il problema nel congresso di Torino nel 1961 affidandone la relazione a Lunedei  come lo stesso relatore convenne, rispondendo al mio intervento alla discussione, la medicina interna ammette e riconosce il fenomeno psicosomatico come una indubbia realtà cli­nica, ma si limita a studiarne la patogenesi, lasciandone alla psichiatria ed in particolare alla psicodinamica, sia lo studio dell’ etiologia psichica che il tentativo terapeutico il quale è valido, in psicosomatica come altrove, solo se si muove sullo stesso piano dell’ etiologia.

La psichiatria ufficiale non ha ancora affrontato il tema della psicoso­matica in sede di congresso nazionale, ma è probabile ed auspicabile che ciò avvenga già nel congresso che seguirà a quello del ‘ 66 a Pisa.

Il processo di psicologizzazione della classe medica italiana, per il quale psichiatri e psicologi, in questo campo concordi, si adoperano con fattivo en­tusiasmo, ha ormai raggiunto uno sviluppo tale da garantire alla medicina psicosomatica una sempre più vasta accettazione dei suoi concetti ed una sempre più chiara ed adeguata posizione di prestigio nel campo della psicoterapia scientifica.

Il successo editoriale e l’eco lusinghiera ottenuti dalla recente traduzione italiana di due libri di Jores  [“L’uomo malato: introduzione alla medicina psicosomatica” e  “Trattato di medicina psicosomatica”  Ed.. Universitaria, Firenze 1964], leader della psicosomatica tedesca, dimo­strano che la classe medica italiana si è ulteriormente avvicinata alla proble­matica psicosomatica, migliorando, se così si può dire, le posizioni di timido favore ma di sostanziale attesa (spesso dovute a scarsa conoscenza del problema più che a preconcette resistenze) messe in evidenza nell’inchiesta che condussi e pubblicai nel ‘ 60 insieme con Balduzzi.       ­

Entro il corrente anno, si tenterà di dare alla psicosomatica italiana un più deciso impulso attraverso varie iniziative di cui le più importanti sono:

1) l’avvio del suddetto Istituto di Medicina Psicosomatica e Psicoterapia con un programma scientifico, oltre che clinico e didattico, impiantato sull’ esem­pio dei massimi centri europei analoghi;

2) la fondazione della Società Ita­liana di Medicina Psicosomatica che potrà tenere il suo primo Congresso insieme con la settima conferenza europea di psicosomatica, in programma a Roma, nel settembre del‘ 66, una settimana prima del congresso mondiale di psichia­tria a Madrid;

3) il ridimensionamento della Rivista, oggi giunta al decimo anno di vita, per meglio adeguarla al favore incontrato in Italia e soprattutto al prestigio che gode all’ estero.

Concludo questo breve intervento sullo stato attuale della psicosomatica italiana ricordando un concetto della massima importanza.

Il cosiddetto “disturbo psicosomatico” è sostanzialmente soltanto una nevrosi che a differenza si estrinseca con una somatizzazione specifica ricca di valore simbolico e teleologico, ma che­, alla pari delle psiconevrosi, deriva da un conflitto intrapsichico ed è quindi curabile e guaribile solo con un trattamento psicoterapeutico

La tecnica psicoterapica dimostratasi più utile in psicosomatica è quella definita “abbreviata” secondo Alexander  anche se ogni altra tecnica di psicoterapia scientifica ad orientamento psicodinamico può risultare talvolta altrettanto efficiente.

La psicosomatica sta alla medicina come la chirurgia sta alla medicina stessa: più che una teoria, più che un sistema di approccio al paziente, più che una visione umanitaria e psicologica del malato, la psicosomatica è un modo di curare e di guarire psicoterapicamente.

Parlare di psicosomatica senza parlare di psicoterapia non avrebbe senso, e viceversa nessun programma di psicoterapia può ignorare il settore psicosomatico perché questo integra e completa la psicoterapia, allargandone sia il campo di appli­cazione sia le tecniche metodologiche