Psicosomatica

Giampaolo Lai, “L’eternità sulla piazza del mercato. Bilateral verbal trade” (edizione Vita e Pensiero, 2011)
Recensione di Antonino Minervino
Fra le cose che fanno bene (di solito s’intende alla salute), sicuramente va annoverata una buona conversazione. O, per dirla con Giampaolo Lai, una conversazione felice. Una buona conversazione è una conversazione felice, sia nel senso di qualità del sentire sia nel senso di armonia del testo.
Alla ricerca dei modi per rendere felice una conversazione , Giampaolo Lai ha dedicato il suo lavoro ricerca alla  messa a punto di un dispositivo da lui chiamato “Conversazionalismo”,  corredato da tecniche che consentono di acquisire quella competenza conversazionale così necessaria nell’ambito di molte professioni.
La ricerca di Giampaolo Lai si è arricchita di nuovi risultati, di cui rende conto nel suo ultimo libro “L’eternità sulla piazza del mercato. Bilateral verbal trade” (edizione Vita e Pensiero, 2011) uscito in maggio e in distribuzione in tutte le librerie anche on line.
Lo stile è quello di sempre, lucido, essenziale, connotato dall’esposizione di concetti e sostenuto da esempi clinici da cui trae indicazioni tecniche.
Come sempre, nella proposta di Lai lo scambio di parole è l’atto centrale dell’incontro in ambito professionale fra due persone, in maniera più specifica in ambito terapeutico, psicoterapeutico.
Senza per questo escludere l’interesse per le questioni poste nel libro da parte di tutte quelle professioni che fanno passare le loro azioni attraverso la parola, lo scambio di parole.
In questa dimensione, lo scambio di parole viene visto come un mercato e come in ogni mercato i protagonisti sono il trader venditore (il terapeuta) ed il trader compratore (il paziente), che si incontrano sulla piazza del mercato, il luogo della terapia, per intrattenersi il tempo concordato con lo scopo di rendersi protagonisti di uno scambio intonato alla felicità  (fair trade) o di fare in modo di risolvere un mercato che va male (bad trade) cercando di portarlo verso un fair trade.
In questa prima accezione si coglie la parte più intuitiva della proposta di Lai: quella per la quale un mercato è caratterizzato da azioni che tendono al guadagno, un mercato commerciale quindi (commercial trade). In quest’ottica il compratore frequenta la piazza del mercato nella speranza che lo scambio di parole gli faccia guadagnare una bonifica dei suoi mali. E’ intuitivo, dicevo, che i pazienti frequentino lo studio del terapeuta partendo da una condizione di malessere che li spinge a chiedere qualcosa che li emancipi da tale condizione. Un guadagno, quindi. Guadagno in termini di salute, di benessere, di rimedio al male.
Ma il libro dimostra molto bene che non è l’unica prospettiva in cui si muovono le azioni dello scambio di parola nel mercato. Se è intuitivo che la partenza delle azioni nel mercato della parola è quella del commercial trade e che per fare ciò il trader venditore, il terapeuta,  si adopera con precise tecniche di cui Lai dà ampia testimonianza, sorprendente diventa che il mercato si ritrova abitato da una prospettiva di ben altra natura all’interno della quale si muovono le azioni dello scambio di parola.
La prospettiva dell’eternità (collateral trade), annunciata fin dal titolo del libro. La prospettiva per la quale sfuma lo scopo del guadagno e prevale quella dell’intrattenersi, dell’intrattenersi in maniera indefinita, come quando nello stare insieme si sta bene e il desiderio di stare bene insieme a lungo prevale. Ma è da sottolineare come Lai argomenti e dimostri che ci sia una precisa azione del trade venditore, del terapeuta, nel costruire la prospettiva del collateral trade, nell’ andare nella direzione della rinuncia alla prospettiva del guadagno per sposare quella dell’intrattenersi nella dimensione dell’eternità. Giampaolo Lai la propone come una scoperta e noi come tale la indichiamo ai potenziale lettori di questo libro. Bello e avvincente.