Il 4 settembre 2010 si è svolto, presso l’Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti, con il Patrocinio dell’Ordine degli Psicologi della Regione Abruzzo, un Seminario dal tema “Corpo Reale e Corpo Immaginario. L’Approccio Olistico in Psicosomatica”.

Il Seminario è stato diviso in due sessioni: una teorica e l’altra pratica.
Nella sessione teorica, il dott. Fausto Agresta ha affrontato la problematica che si evince dal titolo della sua relazione: “Il corpo-sintomo, i sogni e il processo di mentalizzazione nelle psicoterapie psicosomatiche analitiche (individuali, di coppia, gruppali)”. Cominciando da una introduzione sul concetto corpo-mente e il sogno nell’unità psicosomatica ha sottolineato che “il sogno riesce a dare una forma simbolica ad esperienze pre – verbali, a vissuti originariamente presimbolici per cui – come scrive M. Mancia – permette anche di esprimere a parole ciò che faceva parte della storia preverbale.

In virtù di questo processo, il sogno può rendere pensabili, anche senza il ricordo, emozioni passate depositate nella memoria implicita e parti strutturali di un inconscio non rimosso” (2003). Se il corpo, all’inizio della vita del neonato è un tutt’uno con la mente, e se l’attività onirica è già pronta per esprimere il suo linguaggio che sarà senz’altro corporeo, l’adulto in analisi usa il proprio corpo, quando “rivive” alcune esperienze preverbali che la situazione analitica ripropone e comunica il dolore, la gioia, l’aggressività, le emozioni”. Inoltre in accordo con altri studiosi “durante i sogni (che identifichiamo nelle fasi del sonno REM) si producono, allo stesso tempo e paradossalmente, uno o più scenari onirici saturi di immagini e di fantasmi emotivi, e una situazione corporea molto particolare: movimenti oculari rapidi, calo di temperatura, battito cardiaco e pressione sanguigna irregolari, ipotonia muscolare, (talora) pene in erezione, irrorazione sanguigna del cervello in aumento; infine, modificazioni neurormonali). Questa complessa struttura paradossale (sonno paradosso o “REM”) dimostra in maniera assoluta che il mondo dei sogni media e costruisce una unione, quella più sofisticata, tra soma e psiche, tra corpo e mente (Agresta F.,1988; 2001; 2002; 2010; Mancia M., 1994; 2003) che si ripropone a livelli meno accentuati nelle tecniche corporee”.
La relazione è poi proseguita con alcuni cenni su Freud e le relazioni d’oggetto per poi concludere, a conferma di quanto detto precedentemente, con la presentazione di alcuni casi clinici di pazienti psicosomatici curati attraverso la psicoterapia individuale, di coppia e di gruppo ad indirizzo dinamico-psicosomatico. Ciò ha attirato molto la curiosità dei partecipanti, i quali non avendo tutti molta esperienza nel campo della psicosomatica, sono rimasti molto entusiasti perchè i casi sono stati presentati in maniera molto chiara. Infatti sono stati evidenziati i passaggi fondamentali della terapia che hanno portato queste persone verso il sostanziale miglioramento e, in alcuni casi di somatizzazioni multipla di “guarigione”. L’attenzione dei professionisti e studenti è risultata positiva anche e soprattutto quando si è parlato dell’utilizzo delle tecniche di Training Autogeno con visualizzazioni guidate e del rilassamento corporeo ad indirizzo analitico, che proprio con i pazienti psicosomatici- in cui i tratti alessitimici sono più marcati e i sogni sono particolarmentte “inibiti”, “bloccati” (“crus”: crudi, aridi) e quasi mai ricordati- risultano essere molto utili e indispensabili per favorire l’allentamento delle difese dell’Io e aiutare lo sblocco del mondo dell’immaginario e onirico (Agresta F., 2002; 2010; Biondi M., 2001; Parietti P., 2008; 2009; Di Donato R., 1985; 2003; Sapir M., 1986; 2000; Sifneos P., 1990; 2002).
Al termine della relazione il dott. Agresta ha poi riportato alcune esperienze di Training Autogeno (TA) con Visualizzazioni Guidate (VG) con gruppi di studenti e laureati in Psicologia, nell’ambito delle attività della SIMP Pescarese. “Il processo di mentalizzazione che rimane bloccato con altre terapie verbali, si sblocca, proprio negli interventi con TA con VG: i sogni aumentano, i ricordi ad essi collegati ri-emergono, le emozioni e l’aggressività, che una volta erano ‘stati mentali’ repressi e inibiti, nell’ itinere terapeutico, trovano uno spazio più attivo e dinamico. La pratica terapeutica ci ha permesso di verificare l’importanza e l’efficacia della funzione del simbolo nelle visualizzazioni guidate come “confronto tra fantasma e realtà”. Questo nuovo approccio vuole indicare un avvicinamento, un punto di contatto tra un ricordo ancora “coperto” e un “fantasma” che, nella ri-attivazione regressiva del T.A., si presenta o come sintomo, o come simbolo “intrecciato” ad un “conflitto intrapsichico”, legato ad una reminiscenza ancora repressa e/o somatizzata, a secondo della struttura di personalità. Lo scopo primario, non è quello di scoprire, ma quello di “far sentire” a livello concettuale “quel” fatto o “quel” ricordo che è intimamente legato al sintomo del corpo o a qualcosa legato alla sofferenza del corpo, un linguaggio del corpo ri-attivato proprio in quella seduta con “quella” visualizzazione. Il soggetto si “meraviglia” di questa emozione, legata al corpo e al “fatto” di “allora”; può ri-vivere, attivamente e concretamente il qui e ora e il lì e allora, nella dimensione balintiana nell’unità mente-corpo, attraverso la dimensione parola-corpo. La coppia dei Terapeuti, come nella terapia di rilassamento di Sapir, evoca la coppia genitoriale fantasmatica e in particolare il fantasma materno rimanda al vissuto legato alla regressione uterina e alla madre uroborica, mentre il fantasma paterno al fantasma della castrazione. I risultati raggiunti con i gruppi (più 100 partecipanti) sono stati: miglioramento della qualità della vita in rapporto alla sensibilizazione dell’unità mente- corpo, esperienza catartica personale, maggiore riconoscimento e vissuto soggettivo riguardo al simbolo (e al simbolismo mente-corpo), migliore capacità di percezione dei vissuti emozionali in rapporto alle varie somatizzazioni, più capacità di ascolto degli altri; ricordi/affetti, allargamento della coscienza creativa, abbassamento dell’ansia e dell’angoscia e scomparsa di diverse somatizzazioni”.
La seconda relazione, della Dott.ssa Angela Serroni, è iniziata con una introduzione su alcuni cenni storici partendo dall’ipnosi, per arrivare alla nascita del Training Autogeno con Schultz tra il 1908-12, sino alla tecnica del “rilassamento analitico” di Sapir, (passando per le ricerche sulla distensione immaginativa di P. Parietti e per il rilassamento psicosmatico di Di Donato). Questa tecnica Sapir l’ha definito anche “psicoterapia breve” con un significato analitico, indirizzato, primariamente, per pazienti “somatici” che erano, in genere, non trattati dagli psicoanalisti cosiddetti ortodossi e non potevano accedere al metodo psicoanalitico. Sapir, al contrario, li trattava perché la Relaxation era “come preparazione e come sensibilizzione” ad una eventuale psicoanalisi.
La Serroni ha poi illustrato in maniera esaustiva il metodo del Training Autogeno con Visualizzazioni Guidate: “E’ una terapia corporea elaborata dal Dott. F. Agresta e dai suoi collaboratori costituito dagli esercizi base di Schultz e da Tavole di visualizzazioni guidate di I°, II°, III° Livello, che variano da seduta a seduta. Per quanto riguarda il simbolico e il relazionale si fa riferimento alle ricerche di L. Peresson, C. Widman, M. Sapir, P. Parietti, R. Di Donato e F. Agresta. Gli esercizi base hanno una finalità psicofisiologica e si propongono l’attenuazione del sintomo e l’abbassamento dei livelli di ansia, mentre le visualizzazioni guidate si occupano più dell’aspetto catartico, psicologico, relazionale e sono finalizzate a dinamizzare l’inconscio e a favorire la desomatizzazione di vari disturbi psicosomatici.

Il T. A. con V. G. viene proposto in tre periodi modulari d’approfondimento, già standardizzati e con diverso grado d’elaborazione (I°,II°, e III° Livello), di 10 sedute ciascuno, più tre incontri introduttivi all’inizio del Corso). Il metodo è costituito da tre momenti: 1) esercizi base; 2) visualizzazioni; 3) verbalizzazioni e interpretazione dei vissuti nella dimensione balintiana relazionale”. Sono stati spiegati gli elementi del setting (stanza, materassini, disposizione dei partecipanti e dei conduttori…), nello specifico gli esercizi inferiori (pesantezza, calore, cuore, respiro, plesso solare e fronte fresca) con la loro funzionalità sia a livello anatomico, che fisiologico e metaforico ed infine gli esercizi superiori che “seguono sempre quelli inferiori e consistono nel visualizzare una scena con caratteristiche visive, proposta e descritta dai conduttori. Il terapeuta sceglie un “tema”, un simbolo tratto dal mondo della natura, dalla vita simbolica e da quella onirica, dagli archetipi.

Si parte da immagini simboliche a carattere generale, distensive e rilassanti, tratte dal mondo della natura di I° Livello (mare, montagna, primavera, sorgente, fiume, bosco- radura, deserto-oasi), per poi, passare, gradualmente, a scene a carattere più specifico e più profondo sia sul piano psicologico che catartico di II° e III° Livello (caverna, Cenerentola, Alice nel paese delle meraviglie, lo specchio, il castello, il silenzio interiore, la passeggiata immaginaria, grotta e ricerca della madre e del padre, lotta con il drago, lotta con la piovra). Le visualizzazioni rappresentano, secondo R. Desoille, “un’altra via d’accesso all’inconscio”, oltre a quelle descritte da Freud e da Jung come il sogno e le associazioni libere. I simbolismi, proposti nelle visualizzazioni, hanno in sé un effetto terapeutico e catartico (G. Durand). Il contenuto simbolico delle immagini, proposte nelle visualizzazioni, è ampiamente noto: l’acqua rimanda alla madre (liquido amniotico) come il fiume, il lago, il mare, la foresta, il bosco, la caverna, l’oceano, la sorgente, la luna.

Tra i simboli paterni, proposti nelle visualizzazioni, ricordiamo: il sole, il serpente, il drago, il pesce, il vecchio saggio e l’elefante ecc. Tra i simboli dell’inconscio troviamo i seguenti “temi” di scene simboliche: il pozzo, la folla, la miniera, il vulcano, la cantina (Serroni, 2008). I temi della Primavera (I° livello), dell’Uovo (II° Livello) e della Crisalide (III° Livello) possono essere proposti come simboli della rinascita e della separazione. Le visualizzazioni “viaggio nello spazio” e “viaggio in aerostato di I° livello simboleggiano la separazione. Visualizzazioni come “lotta con il drago” (simbolo paterno), “ragno e ragnatela” (simbolo materno) di II° livello e “lotta con la piovra” (simbolo materno) di III° livello favoriscono l’espressione dell’ aggressività e permettono al paziente di affrontare il fantasma paterno e materno.
Attorno al simbolo scelto si costruisce una scena o una trama verso cui il paziente proietta il proprio mondo interno e vi partecipa prima persona (o si rifiuta, o sfugge o rimuove, ecc.). Il partecipante viene accompagnato, con le parole “recitate” da uno dei Terapeuti, ad entrare nella scena, a guardare “con gli occhi della mente”, a provare e riprovare sensazioni ed emozioni; infine, pian piano, ad uscire dalle visualizzazione guidate. Al termine della visualizzazione, ai partecipanti viene chiesto di riportare l’attenzione prima sul corpo e, successivamente, sono stimolati a riprendersi, lentamente, dallo stato di passività del corpo e dall’ attività della mente: (ripresa). Successivamente ai partecipanti viene chiesto di verbalizzare ciò che hanno “vissuto” e “su questi elementi si basa il colloquio verbale, con il conduttore leader (coppia): vissuti, emozioni, somatizzazioni varie, fughe dalle visualizzazione, benessere, malessere. Non c’è una relazione vera tra i partecipanti, ma solo tra i singoli ed il conduttore leader. Ogni dinamica laterale viene bloccata non essendo questa una psicoterapia di gruppo.

Infine, la Dott.ssa AnnaMaria Rotondo, ha trattato il tema dell’unità Mente-Corpo nelle terapie corporee.
Il Training Autogeno con visualizzazioni guidate agisce sul campo e sull’unità “mente-corpo”, allentando la tensione muscolare con gli esercizi della pesantezza e del calore; le tachicardie con gli esercizi del cuore; il respiro con gli esercizi specifici. Il discorso dell’immaginario con le simbolizzazioni e con le visualizzazioni recitate ad hoc completano tale tecnica. La lettura simbolica del corpo, quella delle visualizzazioni, il dialogo empatico e un tocco di “interpretazione” seguendo il linguaggio delle visualizzazioni stesse porta il rimosso a galla, in superficie, stimolando la mente alla desomatizzazione e alla mentalizzazione in un processo elaborativo delle emozioni e degli affetti e dei ricordi veri e/o distorti ad esse legate. Si può quindi affermare che il Training Autogeno con visualizzazioni guidate “sensibilizza l’unità mente-corpo, crea un’esperienza catartica personale; con tale tecnica c’è maggiore riconoscimento e vissuto soggettivo riguardo al simbolo, migliore capacità di riconoscimento dei vissuti emozionali in rapporto alle varie somatizzazioni, e più ascolto degli altri”- come ha scritto Fausto Agresta. E’ stato già detto che il T.A. con visualizzazioni guidate facilmente e con empatia, riporta alla mente in maniera simbolica, ricordi del passato e se la tecnica viene usata come psicoterapia analitica può esserci anche “interpretazione”. L’interpretazione, nella posizione transferale e controtransferale del terapeuta o dei terapeuti, in queste tecniche, a sua volta aiuta il soggetto a mentalizzare e gli facilita il ricordo dei sogni: di conseguenza, facendo conoscere il proprio mondo interiore (inconscio) il soggetto diventa più libero, somatizza di meno e le difese patologiche dell’Io si ridimensionano e si rafforzano quelle più deboli.
Al termine di ogni relazione c’è stato un attento dibattito con i partecipanti al seminario i quali hanno formulato molte domande in merito all’utilizzo e ai risultati di queste tecniche corporee, in quanto non tutti ne erano a conoscenza ed erano molto incuriositi su come fare per imparare questo tipo di tecnica, fremendo per poterlo provare nella seconda parte del seminario.
Dato l’alto numero di partecipanti, circa 80, sono stati attivati due G. Balint e 5 gruppi di T.A. per la parte pratica.
Nella sessione pomeridiana, quindi, tutti gli invitati al seminario hanno potuto scegliere se partecipare ai Gruppi Balint o ad un incontro di Training Autogeno con Visualizzazioni Guidate.
Il feedback è stato molto positivo perché, per quanto riguarda il Gruppo Balint, molti colleghi hanno potuto conoscere ed apprezzare una nuova esperienza di “competenza relazionale”, un nuovo modo di “saper ascoltare l’altro”. Il gruppo Balint si è svolto su una pedana in cui altri Colleghi (tutti in circolo come un’isola attorniata dal Grande Gruppo) hanno potuto sentire e osservare senza partecipare direttamente. Molti colleghi al termine del gruppo sono rimasti interessati per aver potuto partecipare a questa nuova esperienza.
Per quanto riguarda il Training Autogeno con V.G. il riscontro è stato molto più alto, perchè, non solo chi non conosceva questa tecnica l’ha potuta “sperimentare sulla propria pelle”, ma i più “scettici” al dibattito, hanno potuto constatare “quanto il corpo parli” senza che loro fossero mai riusciti a “sentirlo”!
Infatti all’uscita dalla sala, molti erano i visi sorpresi e sorridenti che mormoravano increduli quello che avevano appena vissuto. Chi invece aveva l’espressione del viso un po’ turbata perché l’esperienza l’aveva leggermente “scossa” riguardo alla conoscenza della comunicazione del proprio corpo: molte erano le frasi “Pensavo l’avessi superato, invece…”.
E’ stato anche un significativo contributo perché il gruppo della Sezione Pescarese della SIMP è stato invitato dall’Ordine per una giornata di Formazione che si è svolta nell’Aula Magna dell’Università: questo è stato molto apprezzato da entrambe le parti.

°Gli Atti del Convegno saranno pubblicati sul numero 44 (novembre 2010) della Rivista N. Prospettive in Psicologia, diretta dallo stesso F. Agresta il quale invita i soci SIMP delle altre sezioni a collaborare con articoli, ricerche e Interviste a Personaggi.
Si ricorda che Nuove Prospettive in Psicologia è on line:
www.prospettiveinpsicologia.com/index.html