Congressi

Torino, Camera di Commercio,
26/29 maggio 1983

Presidenti M. Torre e G.G. Rovera

Nella collana dei congressi della SIMP quello di Torino fu la perla meno brillante.
Gian Giacomo Rovera fece del suo meglio fin dal momento in cui, a Venezia, l’Assemblea assegnò a lui la responsabilità del congresso successivo; ma egli non poteva agire in piena libertà trovandosi ingranato in una gerarchia universitaria ancora vecchio stampo.
Ad organizzare il congresso finì con essere non Rovera ma il direttore dell’Istituto di Psichiatria di T orino Michele Torre, scomparso qualche anno dopo ma, all’epoca, coinvolto anche lui in un complesso gioco di politica universitaria.
La SIMP non ha mai tradito le sue finalità statutarie di promotrice del progresso di una cultura psicosomatologica senza scopi di lucro né di potere, però era diventata una tessera importante nel mosaico dell’Italia medico-psichiatrica e perciò appetibile, nel caso se ne fosse ottenuto il controllo, o da destabilizzare nel caso contrario.
Per di più era una struttura vitale che si permetteva di rafforzarsi progressivamente stando fuori dal “sistema”.
Alcuni dovrebbero aver pensato di cogliere l’occasione-Torino per tentare una sorta di “golpe”, favoriti anche dalla forzata assenza, al congresso, del presidente della SIMP, per un recente lutto di straordinaria gravità.
Un socio raccontava di aver avuto l’impressione di essersi recato ad un congresso aziendale della Dunlop e di aver trovato un congresso sulla gomma organizzato dalla Michelin, o viceversa.
In effetti fu un congresso di psicosomatica più che il congresso della SIMP.

Chi risentì maggiormente di tale insolita atmosfera fu la “base” tradizionale della SIMP, fatta di medici di famiglia (o di base, come si dice oggi), di specialisti d’ogni branca, di uomini di cultura, di psicologi: tutta gente che visse quell’esperienza come un assalto, da parte di chissà chi, alla diligenza della psicosomatica. E, naturalmente, la base difese la diligenza.
Quando si trattò di votare la sede del congresso successivo, la candidatura dell’università di Bologna venne fortemente osteggiata: vi si riconobbe un disegno di appropriazione della SIMP da parte di un potere, indubbiamente rispettabile e prezioso, ma nel quale la base non si riconosceva.
Furono ore frenetiche di consultazioni e decisioni, dopo di che la base si accordò nel contrapporre la candidatura di Pescara, votata poi a grande maggioranza: la SIMP superava la prova, confermava la fedeltà ai suoi impegni statutari, restava indipendente.
Fu un’affermazione significativa.

Al di fuori di questi sottofondi il congresso si è svolto a notevoli livelli scientifici con ricchezza di contenuti e di relatori.
Ne è testimonianza il volume  degli Atti “Terapia in psicosomatica”, a cura di Michele Torre, un libro di quasi 700 pagine, recante ottanta lavori, tra relazioni e comunicazioni, stampato dall’MS- Litografia di Torino nel 1985.
L’organizzazione, presieduta da M.Torre, era curata da Rovera, Bogetto, Fassio, Fulcheri, E.Torre. Segreteria organizzativa di “La Giostra” di M.T. Gatti.

La seduta inaugurale, il pomeriggio di giovedì 26 maggio, era centrata sulla conferenza di Cazzullo sul tema “La psicosomatica in Oriente e in Occidente”.

La seconda giornata comprese le lezioni magistrali di Laborit (Biopsicopatologia dell’inibizione), Sarteschi (Effetti degli psicofarmaci in psicosomatica), Pancheri (Uso terapeutico dei peptidi in psicosomatica), Trombini (Psicosomatica e medicina interna) e Marino (Approccio alla farmacologia psicosomatica), seguite, nel pomeriggio, dalle tavole rotonde contemporanee su “Problemi chirurgici e medicina psicosomatica” (Comazzi, Ercolani, Fagiani, Tridente), “Psicosomatica e medicina interna” (Biondi, Fava, Onnis, Pierri, Rossi), “Problemi somatopsichici” (Frighi, Borri, Cuzzolaro, Galletti, Marocco Muttini, Pavan), “Biofeedback” (Delzotti, Rapisarda), “Farmacologia e psicosomatica” (Fava, Laxenaire, Nattero, Sacchetti), “Il medico di base e la psicosomatica” (Rovera, Morasso, Pizzini, Scarzella, Scoppola, Vitetta).

Sabato 28 maggio si sono tenute le lezioni di Marty (La psicoterapia dei malati somatici), Balestrieri (Regressione filogenetica nelle psicosomatosi), M. Torre (Dall’angoscia al sintomo), e Rossi (Il dolore somatico come conversione di un dolore psichico), e le tavole rotonde su “Psicoterapie individuali”(Barale, Bogetto, Pazzagli, Vetro ne, Volterra), “Psicosomatica dell’infanzia”(Del Carlo Giannini, Giannotti, Guareschi Cazzullo, Ravetto), “Sessuologia e psicosomatica” (Giani Gallino, Mascherpa, Zanollo), “Psicoterapia di gruppo” (De Risio, Fassino, Ferro, Fiumara), “Ipnosi e Training Autogeno” (Mosconi, Parietti, Peresson), “Psicosomatica e medicina legale” (Griva, Ponti, Zanalda).

La mattina di domenica 29 maggio è stata dedicata alle numerose comunicazioni libere (una trentina) prima della cerimonia conclusiva.

Il programma sociale offriva, ai familiari dei congressi, due gite, una il 27 maggio al Monte dei Cappuccini, Colle della Maddalena, Basilica di Superga, pranzo al Museo Enologico della Martini & Rossi, Abbazia di Vezzolano, ed una, il 28, per il Museo Egizio, la Galleria Sabaudia, il Borgo Medievale, il Parco del Valentino, con aperitivo al Caffè San Carlo e pranzo in un ristorante tipico.