Congressi

Milano, Hotel Executive,
27-29 marzo 2009

Presidente P. Parietti

Dedicato alle tecniche terapeutiche che utilizzano questi tre canali relazionali per affrontare i disagi e le malattie.

Il XXII Congresso Nazionale della S.I.M.P. si è occupato dei tre ambiti fondamentali in cui si sviluppa la relazione tra terapeuta e paziente:
il corpo, l’immaginario e il linguaggio. Sono tre territori che risentono in maniera significativa dei cambiamenti sempre più rapidi e imprevedibili del mondo che ci circonda ed è importante offrire agli operatori del settore un  aggiornamento, delle riflessioni e delle nuove tecniche per aggiornare la propria visione al riguardo e il proprio approccio.

Viviamo sulla superficie delle cose, conta più l’apparire che l’essere, siamo legati a modelli identificativi di massa, dove la ricerca di se stessi e della propria soggettività è sempre più rara e difficile…Questo è il mondo d’oggi dove si è imposta un’idea di corpo fortemente ispirata ai “media”: misure, peso, forme…sono “standard” a cui aderire per essere accettati o, al contrario, sentirsi o venir esclusi.

Si è affacciata alla ribalta in questi anni l’immagine della “donna-bambola”, il cui corpo va modellato, ritoccato, a cui si aggiungono o tolgono pezzi… pur di omologarsi a un modello di moda. E ciò contrasta con l’idea “sacra” di corpo trasmessaci dalle Tradizioni, in cui il corpo stesso può esser toccato, trasformato, plasmato…ma solo come strumento per avvicinarsi al divino.
La mente umana  sembra contenere due mondi: uno affacciato sull’esterno e in contatto con la realtà attraverso i sensi.
L’altro, depositato dentro di noi, in profondità, e in rapporto diretto con un patrimonio universale di immagini.

Il primo utilizza un linguaggio logico e fatto di segni, il secondo si esprime in maniera analogica e utilizza i simboli… Solo la capacità di sognare, di fiabare, di parlar per miti… è in grado di tenere in contatto e integrare queste due realtà: se manca diventa difficile trovare un ponte di passaggio tra il mondo dell’Io e quello del Sé.
E quando l’immaginario si isterilisce, il mondo dei simboli sfuma lontano e le nostre radici sembrano diventare irraggiungibili.
La malattia allora, sia a livello individuale che collettivo. appare come il tentativo di recuperare una realtà profonda che l’uomo, oggi, sembra aver perduto.
Le parole sono come semi: ogni volta che ne pronunciamo una, noi “generiamo” un evento, diamo vita a qualcosa…

Per questo in tutte le Tradizioni il linguaggio era considerato uno strumento potentissimo: usare bene le parole era considerato un atto determinante per la salute. Ci sono infatti parole che ci possono far ammalare, così come parole capaci di guarirci…
E quelle non dette (o dette male) finiscono spesso per trasformarsi in una tensione psicofisica capace di degenerare in un disturbo. Recenti studi delle Neuroscienze confermano che dal linguaggio utilizzato possono dipendere una condizione acuta di stress così come crearsi uno stato di benessere  diffuso a tutto l’organismo.

Durante questo Congresso, alle tavole rotonde del mattino si sono alternati  workshop pratici al pomeriggio favorendo la sperimentazione, per i partecipanti, di alcune tecniche appositamente studiate per affrontare e superare i disagi più comuni negli ambiti descritti.
In occasione di questo XXII Congresso è stato anche rinnovato il Consiglio Direttivo con le votazioni  durante l’ Assemblea dei soci SIMP.