“Il 3 gennaio 2000 dopo una lunga malattia, è morto il Prof Ferruccio Antonelli.

Il dolore per la sua prematura scomparsa attraversa l’anima di tutta la SIMP. NeIla mente di ogni socio è vivo il ricordo della sua immagine e lo sarà indelebile per molti anni ancora.

Antonelli, FerruccioLa Società Italiana di Medicina Psicosomatica e questa stessa Rivista nacquero per il suo desiderio, la sua tenacia, l’amore scientifico verso un progetto che in oltre trent’anni ed ha permesso a centinaia di colleghi di vivere e condividere.

Nei Corsi, nei Congressi, attraverso i suoi numerosi libri e scritti, fino alla sua ultima opera, il Consensus Statement sulla medicina psicosomatica, pensato proprio per dare un punto di riferimento unitario a tutti i suoi soci, ognuno l ‘ha conosciuto, lo ricorda con affetto e con stima, e potrebbe ricordarne una stretta di mano, una risposta, un suggerimento ricevuto.

Il suo sorriso di Presidente ha aperto e chiuso anni e anni di Consigli direttivi e Assemblee, stimolando iniziative, consigliando sviluppi, seguendo come un padre la nascita e la crescita delle nuove, varie Sezioni regionali della SIMP che via via si andavano formando, mediando anche situazioni a volte difficili, come capita neIla vita di ogni società scientifica.

Sono in molti a pensare che la sua dedizione, la capacità umana e scientifica siano stati uno dei segreti della vitalità e continuità della SIMP. Ed infatti, ogni quattro anni, nella votazione, era sempre richiamato di nuovo al ruolo di Presidente, perché praticamente tutti desideravano ancora la sua guida. La medicina psicosomatica in Italia esiste perché lui l’ha iniziata, con coraggio, in anni difficili, quando concetti per noi oggi ormai acquisiti erano invece temi da introdurre con fatica e da far entrare neIla sensibilità e mentalità della formazione medica e psicologica, superando con la sua spinta e ottimismo scetticismi, critiche, ostilità.

Per me, sapere che una malattia aveva tagliato per sempre i nostri incontri e le nostre telefonate è stato come perdere una delle mie radici. Ricordo che la prima volta che lo conobbi ventisette anni fa, quando andai a trovarlo nel suo studio romano desideroso di saperne di più sulla “medicina psicosomatica”, si aprì un mondo. Mi diede fiducia, consigli, stimoli e libri, tutto quello che di meglio può desiderare chiunque sia all’inizio di una passione scientifica. Anche da lui ho imparato come cercare di essere una persona valida con ogni studente. Ed è stato così per molte, molte altre volte, fino a quando anni fa mi propose di seguire questa Rivista e, infine, di aiutarlo a dirigerla nonostante fossi molto più giovane.

L’ultima volta che ho potuto parlargli, al telefono, era ricoverato, gli ultimi giorni dell’anno passato. Non era potuto venire all’ultimo Congresso, in novembre, a Siena, sempre per la sua malattia, ma si era interessato ed informato di ogni evento. Speravamo di rivederci presto e pensavamo a nuove cose per la SIMP, per arricchirla e svilupparla. Non posso dire che ci vorranno anni per colmare il vuoto che lascia, perché questo resterà nelle menti di chi l’ha conosciuto e la sua presenza mancherà realmente.

Continuare a far vivere e sviluppare ancor più la SIMP, la sua creatura a cui ha dedicato una vita, con la sua stessa fiducia e ottimismo, è l’unico modo per tutti noi per attenuare l’amarezza e la nostalgia del suo ricordo.”

Massimo Biondi
Vice Presidente SIMP

Tratto da “Medicina Psicosomatica”, vol. 44, pagg. 189-90.