Con l’autunno si riaprono le iscrizioni all’anno scolastico dei diversi gradi di istruzione. Tra questi anche l’università e in particolare l’iscrizione alla facoltà di medicina che, da qualche anno, prevede però il dovere superare una prova attitudinale costituita da un questionario  con domande relativi a diverse aree scientifiche e culturali. E sin qua, seppure sia discutibile la sua effettiva validità, nulla da dire (ma quale finalità può avere richiedere chi sia stato il conduttore del Festival di S. Remo del 2006 non sembra facilmente intuibile).
Quello che desta però perplessità, è leggere sui giornali che la distribuzione del questionario e la restituzione compilata dello stesso, avviene tramite un atto di assoluta ed asettica burocrazia che esclude ogni possibilità di contatto tra le persone.
Non sappiamo se ciò sia vero, ma se lo fosse sarebbe incomprensibile testare la capacità attitudinale di un candidato  alla formazione in medicina, escludendo già all’inizio un minimo di scambio personale al primo impatto valutativo.

La medicina non costituisce  solo un ambito del sapere di tipo tecnico impersonale (ammesso che ne esistano), ma rappresenta una disciplina che, riguardando la salute dell’essere umano comporta, oltre ad una accurata ed adeguata competenza tecnico scientifica da parte del professionista, anche una altrettanto adeguata “capacità relazionale”, che non consiste in atteggiamenti intellettivi appresi dalla lettura dei libri, e neppure dal buon senso che  può  maturare attraverso ani di praticaccia professionale, ma costituisce essa stessa una “tecnica” seppure colorata di umano che  va appresa e sperimentata secondo modalità adeguate che , purtroppo, la programmazione formativa universitaria non sembra prevedere.

Quella della formazione alla “relazione interpersonale” è sempre stato uno dei pilastri su cui si fonda la concezione psicosomatista della medicina che la SIMP ha da sempre fatto propria, in particolare attraverso l’organizzazione dei “Gruppi Balint” la cui nascita è stata stimolata dalla presenza dello stesso M. Balint alla Settimana Psicosomatica di Roma del 1965.

Dei “Gruppi Balint” e di problematiche formative si tratterà ancora al 23° Congresso della SMP (Parma maggio 2011) dedicato a “Il pregiudizio e le terapie”.