XXVI Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Psicosomatica

Il Cervello, l’Anima, la Coscienza

I nuovi saperi della Psicosomatica

Milano, 10-11 Novembre 2017

Starhotels Business Palace
Via Privata Pietro Gaggia, 3, 20139 Milano

PRESIDENTI DEL CONGRESSO

Presidente
Dott. Raffaele Morelli

Vice-Presidenti
Dott.ssa Elisa Faretta
Dott.ssa Luisa Merati

Organizzato dalle Sezioni SIMP MIlanese,
Naviglio Grande e Porta Venezia

Per informazioni
02 5820 7920
infosimp@riza.ir

 

Appunti del Presidente XXVI° Congresso Nazionale

 

Da “i primi 25 anni della SIMP” di Ferruccio Antonelli

Già negli anni trenta del secolo scorso, riflettendo sui limiti e le ambivalenze della società di allora,
Carl Gustav Jung parlava del sorgere di una nuova e assai insidiosa forma di dittatura, la “dittatura del reale”.
In modo provocatorio ma lucidissimo, lo psicoanalista svizzero intendeva porre l’attenzione dei contemporanei sui rischi che avrebbe comportato, per lo sviluppo umano, l’unilateralità di un pensiero razionale e scientifico che già allora sembrava teso a occupare ogni branca del sapere.

Fu profetico: a distanza di quasi un secolo, l’Occidente vive un momento nel quale ogni aspetto dell’esperienza esiste ed è degno di indagine solo se affrontabile e definibile in termini logici, verificabili, scientifici nel senso più ristretto del termine.

Le conseguenze sulla psiche collettiva non si sono fatte attendere: l’atrofia dell’immaginario e il tramonto di una dimensione autenticamente spirituale della vita, che di quella “dittatura” sono dirette conseguenze, stanno producendo un’infelicità di massa e una mancanza di senso che sono alla base dell’attuale corsa agli psicofarmaci, alle droghe, agli alcolici, in un vortice di sedazione ed eccitazione chimica che sembra aumentare di anno in anno.

Quanto più la razionalità diventa ipertrofica, tanto più l’irrazionale cresce nell’ombra, e prima o poi viene a galla. Per questo, chi opera nel campo della salute, in primo luogo medici e psicologi, è oggi chiamato a uno sforzo ulteriore: ampliare lo sguardo sulla salute e la malattia andando oltre quel mero rapporto di causa effetto che già la fisica quantistica, oltre 100 anni fa, seppe mettere in discussione.

Per la medicina psicosomatica, è la sfida di sempre: superare le distinzioni fra psiche e materia e considerare l’uomo per quello che è, un’unità di corpo, cervello, anima e coscienza.

Il XXVI Congresso Nazionale della SIMP ha questo fine: essere un momento di confronto dialettico e critico fra diverse personalità del mondo accademico, scientifico e filosofico, per sviluppare, attraverso workshop esperienziali, simposi e conferenze, una nuova visione della salute e della malattia.

E per offrire ai professionisti di questo campo nuovi e più efficaci strumenti per affrontare le difficili sfide che gli anni a venire ci riserveranno.

PRESIDENTI DEL CONGRESSO

Presidente
Dott. Raffaele Morelli

Vice-Presidenti
Dott.ssa Elisa Faretta
Dott.ssa Luisa Merati

COMITATO SCIENTIFICO

Presidente
Dott. Vittorio Caprioglio
Dott. Parietti Piero (Presidente SIMP)
Dott. Agresta Fausto
Dott. Becarelli Rossana
Prof. Biondi Massimo
Dott.ssa Faretta Elisa
Dott.ssa Marafante Daniela
Dott.ssa Merati Luisa
Dott. Minervino Antonio
Dott. Morelli Raffaele
Prof. Rosselli Massimo
Dott. Simionato Carlo
Dott. Spano Ivano

COMITATO ORGANIZZATIVO

Presidente
Dott. Vittorio Caprioglio
Dott. Andrea Nervetti

Evento Formativo E.C.M. accreditato per nr. 200 Psicologi specialisti in Psicologia, Psicoterapia; Medici Chirurgi specialisti in Psichiatria, Neurologia, Neuropsichiatria infantile, Psicoterapia.
I Crediti Formativi saranno erogati a fronte di:
– presenza effettiva del 100% rispetto alla durata complessiva dell’evento
– superamento della verifica di apprendimento con almeno il 75% delle risposte corrette
– compilazione della scheda valutazione evento

Evento nr. 2496-203203/1
Nr. 8,4 Crediti Formativi E.C.M.

Obiettivo formativo:

Epidemiologia-prevenzione e promozione della salute con acquisizione di nozioni tecnico-professionali

IL PROGRAMMA

Venerdì 10 novembre 2017

Mattino

08.15-09.30

Registrazione dei partecipanti

09.30-09.45

Accoglienza dei Presidenti del Congresso, saluti Autorità
Saluto introduttivo al Congresso e apertura dei lavori
Piero Parietti, Presidente della SIMP

09.45-11.30

1° Sessione Plenaria
Relazione introduttiva

Per una fenomenologia della coscienza
Prof. Maria Armezzani, Università di Padova

Interventi correlati

Neuroscienze e coscienza
Antonino Minervino
Origini della coscienza
Andrea Nervetti
Sociologia e coscienza
Carlo Simionato

Discussione

11.35-11.50

Coffee Break

11.50-13.30

Tavola rotonda
Il cervello, l’anima e la coscienza nella pratica clinica
Chairman: Ivano Spano
Clinica, iatrogenia e coscienza
Paolo Girardi
Il corpo cosciente
Luisa Merati
L’anima, la malattia, la cura
Raffaele Morelli

Discussione

13.30-14.30

Pausa pranzo

13.30-14.30

Sessione Poster a cui sono presenti gli Autori e seguita da un Coordinatore

Dall’Ipnosi alla Distensione Immaginativa, Elisa Faretta, Piero Parietti
La psicoterapia integrata immaginativa ad espressione corporea, Elisa Faretta, Piero Parietti
Valutazione di efficacia dell’esperienza immaginativa in pazienti con orticaria cronica spontanea. Dati preliminari
Flavia Barbagelata, Crespi F., Iemoli E. Passerini A., Truzoli R.

Pomeriggio

14.30-15.30

2° Sessione Plenaria

Tavola rotonda
Il cervello, l’anima, la coscienza e la spiritualità
Chairman: Carlo Simionato

La dimensione spirituale in medicina
Massimo Biondi
Dignità e centralità della persona in medicina
Luigi Grassi

Discussione

15.30-16.00

Coffee Break

16.00-16.45

Sala Uno – Workshop
Il mio analista è un batterio: alchimia clinica fra cervello e intestino, Pamela Scarlata e Andrea Nervetti, Simp Milano

Sala Due – Workshop
Coscienza e consapevolezza: riprendere i sensi con la mindfulness e la bioenergetica, Efrem Sabatti e Luisa Merati: Simp Brescia e provincia

Sala Tre – Simposio
Psicosomatica del sonno (parte uno)
SIMP Parma e Bologna: chairman Antonino Minervino
Psicopatologia del sonno, Alice Pivelli, Giuliana Alquati, Luca Rosi, Gabriella Bonaccorso
Melatonina e sonno, Giovanni Dominici, Francesca Giannetti, Daniela Borella, Giuseppe Bonetti

Sala Quattro – Comunicazioni Scientifiche
Ripensare i fondamenti epistemologici della medicina, Ivano Spano
Da bruco a Crisalide: trattamento nutrizionale e psicologico dell’obesità, Daniela Marafante, Laura Onorato
La sindrome del fobico metropolitano, Alessandra Gandolfi

16.45-17.00

Coffee Break

17.00-17.45

Sala uno – Simposio
Nuovo software per il sistema corpo/mente: ipnosi ed eros al servizio della salute, Flavia Barbagelata, Giuseppe Brundusino, Silvana Cagiada, Giovanna Colciaghi SIMP Naviglio Grande e Crema

Sala due – Simposio
Psicosomatica del sonno (parte due)
SIMP Parma e Bologna: chairman Antonino Minervino
Sonno e sogno nei pazienti con lesioni cerebrali: clinica e ricerca, Marina Farinelli, Giuliana Bianconi, Caterina Romaniello, Laura Gestieri
Segni e sogni: qualità del sonno in oncologia pediatrica, Dorella Scarponi

Sala Tre – Comunicazioni Scientifiche
Una donna in viaggio: confronto con il proprio femminile, Paola Giordano Sciacca
La volontà psicosomatica, Rocco Cacciacarne
Un caso di neoplasia mammaria trattato con un approccio olistico: psicosomatica e oncologia integrata, Paola Giordano Sciacca
Comparazioni tra Stili di Personalità del Millon test e atteggiamenti comportamentali derivati dal test ematologico EBH: uno studio pilota, Patrizia Baroncini, Andrea Signorini

17.45-18.15

Coffee Break

18.15-19.15

Assemblea dei Soci SIMP e Votazioni

Sabato 11 novembre 2017

Mattino

09.30-10.45

3° Sessione Plenaria

Tavola rotonda Il cervello, l’anima, la coscienza e la fisica quantistica
Chairman: Antonino Minervino

Dalla fisica quantistica alle leggi dell’anima
Prof. Spaggiari
Cervello, corpo, mente: tre facce della stessa medaglia?
Luciano Fadiga

10.45-11.15

Coffee Break

11.15-13.00

Tavola rotonda

Il cervello, l’anima e la coscienza in psicoanalisi, psicoterapia e psicofarmacologia
Chairman: Andrea Nervetti

Il Sé e i diritti dell’anima: sintesi e coscienza
Massimo Rosselli
L’energia del Senza Tempo in psicoterapia
Vittorio Caprioglio
Farmacoterapia dimensionale dei disturbi dell’umore
Andrea Fagiolini

Discussione

13.30-14.30

Pausa pranzo

13.00-14.00

Sessione Poster a cui sono presenti gli Autori e seguita da un Coordinatore

Dall’Ipnosi alla Distensione Immaginativa, Elisa Faretta, Piero Parietti
La psicoterapia integrata immaginativa ad espressione corporea, Elisa Faretta, Piero Parietti
Valutazione di efficacia dell’esperienza immaginativa in pazienti con orticaria cronica spontanea. Dati preliminari Flavia Barbagelata, Crespi F., Iemoli E. Passerini A., Truzoli R.

Pomeriggio

14.00-15.30

4° sessione plenaria

Tavola rotonda

Il cervello, l’anima, la coscienza nelle immagini e nel mondo onirico
Moderatori: Daniela Marafante, Piero Parietti

Sogni, psicosomatica e psicoterapia psicoanalitica
Fausto Agresta
Il sogno della verità ovvero la verità è sogno
Rossana Beccarelli
Immaginario in Psicoterapia: la distensione immaginativa
Elisa Faretta

Discussione

15.30-16.00

Coffee Break

16.00-16.45

Sala Uno – Workshop
Training autogeno con visualizzazioni guidate, Fausto Agresta, Anna Maria Rotondo SIMP Pescara

Sala Due – Workshop
Violenza sulle donne, un’emergenza che ha ragici profonde: percorsi di cura e percorsi di narrazione Patrizia Molinari, Elisa Faretta, Simp Milano Porta Venezia

Sala Tre – Workshop
Psicosomatica e differenze culturali: tecniche immaginative e di role playing, per comprendere il linguaggio psicosomatico alla luce di una realtà multiculturale, Grazia Chiarini, Silvia Grassi,
Maria Pia Urbani, Simp Toscana

Sala Quattro – Comunicazioni Scientifiche
Dai pensieri sparsi in un doloroso momento: apertura alla dimensione spirituale dell’uomo, Silvana Cagiada
Cambiamenti nella consapevolezza e nella soggettività nelle diverse tappe del morbo di Alzheimer: una lettura psicosomatica attraverso l’arte, Grazia de Mori
La pelle: il linguaggio della malattia fra corpo e mente, Elena Ferrari
La violenza sessuale: corpo, mente ed anima, Elena Calabrò

16.45-17.00

Coffee Break

17.00-17.45

Sala Uno – Workshop
L’ansia e il panico nella società attuale: l’intervento in psicologia dell’emergenza, Elisa Faretta, , Patrizia Molinari, Simp Milano Porta Venezia

Sala Due – Workshop
Gli Arcani maggiori dei Tarocchi in un gruppo dinamico.
Esperienza psichica del profondo, Tina Nannucci, Maria Rosa Zigliani Simp Toscana

Sala tre – Comunicazioni Scientifiche
Psicoterapia fra carta e penna, Piero Parietti, Stefania Cribioli
I codici della coscienza onirica, Maria Chiara Marazzina
La metamorfosi del femminile, Giovanna Pascolo

17.45 -18.15

Coffee Break

18.15

Conclusione dei lavori e saluti del Presidente eletto dall’Assemblea dei Soci

Fenomenologia della coscienza

Prof. Maria Armezzani

Il problema della coscienza, un tempo consegnato alla riflessione filosofica, è oggi al centro dei più accesi dibattiti scientifici, ma resta un problema. È, anzi, l’“hard problem” delle scienze cognitive (Chalmers).
Perché il fenomeno della coscienza, questo “sentimento di esistere” (Varela) così immediatamente accessibile,
resiste alle spiegazioni scientifiche e sembra destinato a rimanere un mistero (McGinn)? La risposta della
fenomenologia è nel modo con cui si affronta questo sfuggente “oggetto” di studio.
Se si assume che la coscienza non è un oggetto, ma la condizione di possibilità di tutti gli oggetti, diventa evidente che non può essere indagata attraverso i presupposti e i metodi delle scienze naturalistiche.
Mentre nei dibattiti sulla coscienza si ripresenta, in forme nuove, l’antico dualismo tra realtà materiali e immateriali, l’atteggiamento fenomenologico propone “un’inversione dello sguardo” (Husserl) capace di cogliere  la coscienza nel suo manifestarsi originario e di rivelare l’intreccio di coscienza, corpo e mondo come punto di partenza di ogni conoscenza.
La recente ripresa della fenomenologia in alcuni ambiti della ricerca neurobiologica (Varela, Gallese)  e della Fisica (Bitbol) testimonia la sua fertilità scientifica e il suo valore euristico nella comprensione della presenza umana.

Origini della coscienza

Andrea Nervetti

Il tema della coscienza è davvero universale e poche domande hanno suscitato tanto dibattito quanto
quelle che la riguardano e questi dibattito ha attraversato e attraversa la psicologia, la filosofia, la
teologia. Se lo si affronta dal punto di vista della psicoterapia del profondo, una delle questioni
centrali riguarda proprio le origini della coscienza -intesa come IO cosciente e riflessivo, il suo
rapporto con le forze inconsce che ci animano e con gli istinti che costituiscono la nostra
connessione con il mondo animale. Fra gli autori che si sono maggiormente occupati dell’origine
della coscienza il contributo più significativo e ancora attuale rimane quello di Erich Neumann,
psicologo analitico allievo di Jung che propose, nell’Opera “Storia delle origini della coscienza”, un
suggestivo parallelismo fra la nascita della coscienza in un singolo individuo e il suo sorgere come
evento cosmico, ovvero collettivo, dell’esperienza umana e della sua storia. Lungi dall’essere solo
argomento di dibattito speculativo, il tema delle origini della coscienza è oggi di massimo interesse
per comprendere le potenzialità e i limiti che la sfera razionale esercita sul comportamento umano, i
miti e i simboli che la riguardano, le proiezioni che ne determinano l’attuale ipertrofia, causa di
molte sofferenze psicologiche. L’autore, attualizzando il pensiero di Neumann, invita a una
riflessione sul senso stesso dell’esperienza umana e del suo eterno riferirsi a sé stessa, nello
specchio spesso deformante che chiamiamo coscienza.

Sociologia e Coscienza

Carlo Simionato

La relazione tra coscienza individuale e società si può declinare in due modi: in un primo, si può affermare che la coscienza è società, intendendo con ciò che il formarsi della coscienza, in termini propriamente umani, non può avvenire se non in un contesto relazionale, a partire dalle primissima interazione sociale madre-bambino. Inoltre ormai è chiaro come anche la consapevolezza e l’espressione delle emozioni siano socialmente condizionate. Per cui possiamo affermare che non esista coscienza individuale senza “costruzione” sociale.
Un secondo modo per analizzare il rapporto tra coscienza e società è vederlo come acquisizione di una consapevolezza dell’altro da sé, di un mondo di interazioni e di relazioni che rendono possibile lo sviluppo di una dimensione pienamente umana.
Come esempio della prima riflessione si analizzerà lo sviluppo umano attraverso una breve analisi del film “Il ragazzo selvaggio” di Francois Truffaut, in cui si evince con chiarezza che una persona deprivata di relazioni umane sia profondamente limitata anche nello sviluppo ci una piena coscienza individuale.
Come esempio della seconda accezione si analizzerà il cosiddetto “comportamento prosociale” ed alcuni esempi storici di “presa di coscienza” sociale.
L’analisi complessiva è mirata ad evidenziare quanto la relazione coscienza-società incida sulla salute psicosomatica di pazienti e professionisti della salute.

L’anima, la malattia, la cura

Raffaele Morelli

La psicologia contemporanea è prigioniera di una convinzione fuorviante, l’idea per cui noi siamo come siamo a causa dei traumi subiti in passato, in particolare nell’infanzia. Al contrario, il Taoismo, l’antico pensiero cinese afferma: “il passato è come un’orma, e un orma è meno di nulla” (Chuang Tzu). Non stiamo male perché non abbiamo avuto genitori adeguati, maestri all’altezza, amici fidati: stiamo male perché stiamo perdendo la nostra unicità, la nostra originalità per adeguarci a modelli esterni. Ma esiste un “luogo interiore” dove le ferite non esistono? Si, è il territorio delle Immagini, dove il tempo cessa di esistere e la vita acquisisce un senso cosmico, universale. Una psicoterapia basata sulle immagini interne e non sui ricordi o peggio sulle spiegazioni è la sola in grado di attivare capacità di cura di cui tutti disponiamo. Nelle parole di James Hillman, le immagini sono archetipi, ponti fra l’inconscio e la coscienza, strumenti capaci di portarci lontano dalle convinzioni dell’Io, dai ricordi, dai pensieri, dai ragionamenti, da tutto ciò che non serve a guarire. Pensare alle ferite subite annienta il benessere, immaginare come in un sogno attiva i circuiti cerebrali dell’autoguarigione e della salute.

Il corpo cosciente (ripresa della coscienza attraverso il corpo)

Luisa Merati

Cosa significa rendere il corpo cosciente? Restituire coscienza di sè attraverso la consapevolezza del corpo, che a volte viene negato in risposta ai traumi subiti durante la fase di attaccamento. Superare la negazione del corpo con il ricostituire la pelle psichica mediante il dialogo tonico di De Ajuriaguerra e la tecnica del body scan: nel dialogo tonico si ricostituisce la pelle psichica mediante il rapporto di fiducia con il terapeuta e il contatto graduale; mediante la tecnica mindfulness del body scan si ristabilisce l’unione mente-corpo calando la mente nel corpo. Seguirà esposizione di un caso clinico esemplificativo.

Valutazione di efficacia dell’esperienza immaginativa in pazienti con orticaria cronica spontanea. dati preliminari

Barbagelata F., Crespi M., Iemoli E., Passerini A., Truzoli R.

L’orticaria cronica spesso frustra il trattamento (Biondi, 1992). Ad etiologia sfuggente, in essa converge il dramma irritativo della flogosi con quello di un Sé corporeo persecutorio, che condiziona un vissuto invalidante, pervasivo sulla qualità di vita. La condizione psichica, cofattore patogenetico di moltissime dermopatie (Pancheri, 1984), impone oggi considerazioni psicosomatiche nella scelta terapeutica (Panconesi,1996). Anatomia e fisiologia connettono strettamente la pelle all’espressione emozionale (Wittkower,1953). Strumento di espressione e comunicazione con un mondo esterno dal quale peraltro separa e protegge, scorrono e si palesano i flussi emotivi e le dinamiche degli affetti svelando intenzioni, conflitti e vulnerabilità. La malattia cutanea appare come segno impresso di un processo connesso ad un vulnus, una ferita, un’aggressione subita che all’offesa associa la fragilità aggredibile come nell’immaturità della relazione oggettuale, bloccata ad un livello primario che la mantiene indifferenziata, descritta nell’eczema (Marty,1958), o come nell’orticaria, dove ad una minore immaturità psichica, che parrebbe consentire un iniziale sviluppo emozionale, non corrisponde miglior strategia sul piano dell’efficacia individuale. Descritti in questi pazienti masochismo, aggressività repressa ed emozioni di rabbia bloccate dall’incapacità di scaricarsi sull’oggetto e che ritornano a Sé, scaricate sul sé corporeo, “mappa” manifesta di irritazione, fastidio e dolore (Wittkower,1953). Ulteriori studi devono essere condotti per isolare meglio i determinanti psicosociali attivi nel vissuto dei pazienti con Orticaria cronica (Ben-Shoshan, 2012).

Dignità e centralità della persona in medicina

Prof. Luigi Grassi

Il framework della dignità delle persone affette da patologie mediche e psichiche rappresenta un costrutto centrale per la definizione di interventi appropriati a muoversi su alcune delle dimensioni inerenti tale costrutto: mantenimento del sentimento di valore e continuità del sé, mantenimento della speranza, autonomia e controllo, capacità di resilienza e di accettazione. La terapia centrata sul significato e sulla dignità (tra cui dignity therapy, meaning- centered psychotherapy; managing cancer and living meaningfully) rappresentano esempi di tali interventi che, originalmente collocati nella corrente esistenzialista, più recentemente hanno assunto un loro ruolo nel contesto della medicina palliativa e si sono allargati ad altri ambiti medico-psichiatrici assistenziali e formativi. Viene portata in questa sede la sintesi di modelli e l’esperienza applicativa nei contesti assistenziali psiconcologici e di psichiatria di liaison.

Il mio psicoanalista è un batterio: alchimia clinica fra cervello e intestino

Andrea Nervetti, Pamela Scarlata

La psicosomatica in chiave simbolica proposta dall’Istituto Riza di medicina psicosomatica svela la grande analogia funzionale fra il cervello e l’intestino. Su questa base i due autori, uno psicologo psicoterapeuta e un medico specialista in medicina funzionale dell’intestino hanno avviato una collaborazione per la cura di un paziente in sovrappeso affetto anche da una forma depressiva cronica e da un marcato isolamento sociale. In un primo momento, il medico ha modificato lo stile alimentare del paziente, ha quindi utilizzato probiotici per riequilibrare la flora batterica sottoponendolo anche a mineralogramma, test che ha evidenziato un iperfunzionamento dell’asse ipofisi, ipotalamo, surrene. Questo fatto, unitamente alla necessità di diminuire il consumo di psicofarmaci (antidepressivo fluoxetinico e ansiolitico ipnoinducente da oltre 15 anni) che avevano “bloccato” il metabolismo, suggerisce la necessità che il paziente intraprenda anche un percorso di psicoterapia per migliorare l’autostima e diminuire il forte isolamento che aggrava sensibilmente lo stato depressivo. Il lavoro in sinergia ha permesso per la prima volta la diminuzione del peso, la riduzione degli psicofarmaci e l’inizio di un lento ma costante percorso di reinserimento sociale, indispensabile per non disperdere i risultati del lavoro d’equipe.

Coscienza e consapevolezza:
riprendere i sensi con la mindfulness e la bioenergetica

Efrem Sabatti, Luisa Merati

Spesso i termini “coscienza” e consapevolezza” vengono usati impropriamente come sinonimi,
mentre tra i due esiste una differenza sostanziale, la stessa che corre tra “essere presente” e “sapere
di essere presente”. È questo “sapere di essere presente” che sta alla base della “consapevolezza”,
ossia del portare l’attenzione alle tensioni, i movimenti, le sfumature di un corpo vivo e reagente.
Diventare “consapevoli” può essere essenziale dal punto di vista terapeutico, perché allena la
persona ad un ascolto e ad un’osservazione di sé più profonda. È su questa linea che si muovono
approcci psicocorporei come la mindfulness e la bioenergetica.
Come spesso accade però, è opportuno controbilanciare l’entusiasmo per la scoperta (o la
riscoperta) di pratiche di consapevolezza meditativa e di integrazione psicocorporea con un’attenta
valutazione della persona alla quale si propongono per evitare, utilizzandole come una sorta di
panacea “trendy”, di creare effetti più deleteri che utili. Se da un lato infatti possono essere
straordinari strumenti di lavoro, dall’altro possono essere estremamente controindicati per alcune
tipologie di personalità. Il seminario si proporrà di presentare queste tecniche anche dal punto di
vista esperienziale, illustrandone gli ambiti di applicazione. Al tempo stesso cercherà di aprire spazi
di riflessione sui limiti e sulle criticità specifiche.

Da bruco a crisalide: trattamento nutrizionale e psicologico dell’obesità

Laura Onorato, Daniela Marafante

Il caso qui presentato riguarda il trattamento di una donna in forte sovrappeso, seguita in sinergia
dalle due autrici – un medico psicoterapeuta e una farmacista e nutrizionista biologa – presso il
Centro Riza di medicina Naturale di Milano. La paziente, 43 anni per quasi 100 chili di peso, ha
seguito un percorso sinergico che da un lato ha modificato sensibilmente una dieta squilibrata,
dall’altro ha approfondito tutti quegli aspetti comportamentali che bloccavano la paziente nei
fallimentari tentativi passati di perdere peso. In particolare, la psicoterapia ha approfondito i suoi
rapporti di dipendenza da uomini “parassitari”, dai quali non riusciva a liberarsi per timore della
solitudine, ma la cui presenza causava forte frustrazione e infelicità, compensate col cibo in
eccesso. La presa di coscienza dei meccanismi patologici alla base di questi legami ha dato alla
paziente il coraggio di troncare i legami dannosi che la imprigionavano in una vita del tutto
insoddisfacente e in un sovrappeso che ne era diretta conseguenza. In 14 mesi la perdita ponderale è
stata di 36 chili circa, passando da un’obesità di livello tre a un leggero sovrappeso.

La sindrome del “fobico metropolitano”

Alessandra Gandolfi

Una nuova sindrome di stampo fobico è sempre più spesso osservata nelle grandi città. Ho definito
“fobici metropolitani” coloro che sembrano soffrirne. Tale nuova sindrome presenta una
costellazione di sintomi dovuti alla preoccupazione, presunta ma anche reale, che nasce dal
bombardamento mediatico di tragiche notizie di continui attentati, imprevedibili e in apparenza
“casuali”, che stanno insanguinando anche l’Europa. Un esempio eclatante e piuttosto recente di
tale fobia riguarda l’episodio di piazza San Carlo a Torino (oltre millecinquecento feriti!) allorché la
folla scambiò un semplice petardo per una bomba di stampo terroristico. Quindi oggi la paura di
salire nella metropolitana, un tempo dovuta a una “semplice” claustrofobia, a volte viene causata da
un timore irrazionale che si manifesta nei tratti di viaggio lunghi, mentre nessun sintomo si avverte
nei percorsi brevi. Ansia acuta si può percepire alla vista di viaggiatori solitari con tratti somatici
“islamici”. La sindrome del fobico metropolitano concerne soprattutto disturbi psicosomatici. In
tale quadro, l’ipnosi rappresenta una terapia adeguata e spesso risolutiva, perché in grado di
restituire un senso profondo di sicurezza e fiducia in sé stessi.

Una donna in viaggio: incontro con il femminile

Paola Giordano Sciacca

La storia della signora VP inizia nel gennaio 2017: dopo il suo trasferimento da Genova a Trieste,
emergono precocemente insicurezze ed emozioni amare legate al distacco dalla famiglia di origine.
Sin da subito emerge una profonda rabbia nei confronti della madre spesso impegnata a svalutare e
contrastare il percorso di individuazione e, in un certo senso, di “liberazione” della figlia. Alla fine
della prima seduta annotai una frase molto rappresentativa di quel passaggio esistenziale: “Per me la
morte in questo momento sarebbe una liberazione”.
Una liberazione…. da quel disagio nutrito dal senso di impotenza e di fallimento che la madre di VP
le ha sempre restituito. Lontana dalle istanze ostili di quel femminile materno che si rispecchia nelle
“acque” di Genova, approda nel mare di Trieste dove si dovrà confrontare con un altro femminile
conflittuale: il fantasma della moglie del compagno scomparsa da poco tempo per un tumore al
seno.
La malattia sarà l’occasione di riconciliarsi con aspetti del suo femminile confusi e non allineati con
i propri desideri. Il più prorompente sarà il desiderio di maternità su cui la paziente sposterà
inizialmente il focus assumendo un atteggiamento evitante nei confronti della patologia e che in
seguito si trasformerà nella risorsa più autentica per riscoprire il legame con la sua vita proprio lì in
quella “terra di nessuno” dove la signora VP sembra essere naufragata.

La volontà psicosomatica

Rocco Cacciacarne

La volontà è il dominio più importante a disposizione della Persona. Permea tutte le dimensioni di
cui è composto l’essere umano (cervello, mente, spiritualità) e risente fortemente della rete sociale e
dell’Ambiente in cui vive. Quando, per motivi patologici o genetici, la volontà scarseggia, il
Terapeuta, per aiutare il suo paziente (non senza averne acquisito prima il consenso), deve esplorare
in e con lui/lei tutte le vie di accesso verso i centri nervosi attivatori di questa fondamentale potestà,
partendo proprio dal soma. Non esistono linee guida né precise modalità operative; nella relazione
l’autore espone i suoi punti di vista sull’argomento e alcune possibili soluzioni.

Un caso di neoplasia mammaria trattato con approccio olistico:
psicoterapia psicosomatica ed oncologia integrata

Paola Giordano Sciacca

La storia della Signora VP di 38 anni inizia circa un anno fa a seguito del trasferimento da Genova a
Trieste. Alla prima seduta mi colpisce molto l’esasperazione emotiva che faceva da sfondo a quel
cambiamento di vita che abbracciava tutto il suo mondo affettivo, sempre in bilico tra gli eccessi
della sua anima. Entra come donna nella famiglia di un nuovo compagno conosciuto sulla chat poco
prima di arrivare a Trieste. Lui ha due figlie dalla prima moglie, scomparsa di recente per un tumore
al seno. VP vivrà il fantasma di questa donna inizialmente come sostituta simbolica e
successivamente come “corpo incarnato” di quella stessa malattia che colpirà anche lei cinque mesi
dopo.
Metodo: il lavoro terapeutico si è incentrato sulla “riscoperta” del suo femminile integrando quegli
aspetti sacrificati dalla contingenza della malattia. Ho utilizzato la tecnica immaginativa per il
dolore e la mindfulness per focalizzare l’attenzione sulla consapevolezza del corpo nel presente.
Conclusioni: di particolare ausilio è stato l’utilizzo della Micoterapia che ha affiancato il protocollo
oncologico sperimentale, al fine di riequilibrare lo stato psico-fisico della paziente. Il Chaga, il
Coprino e il Coriolus hanno esercitato un’azione tonico-adattogena sul sistema immunitario
riducendo gli effetti secondari della terapia convenzionale e contribuendo a determinare un parziale
riassorbimento della lesione con riduzione dell’ecogenicità come da recente riscontro ecografico.

Studio pilota comparativo tra Stili di Personalità del Millon test e profili delle connessioni corpo-mente CCM derivati dal test ematologico EBH

Patrizia Baroncini, Andrea Signorini

L’esame microscopico bioematologico EBH, messo a punto dal fisiologo J. Prada
Pascual nel 1969, evidenzia 220 funzionalità organiche o tissutali derivate da segni microscopici
(ossidazioni emoglobiniche, cristallizzazioni ematiche, morfologia dei globuli bianchi, ecc.) J.
Prada Becares e lo psicologo G. Arcaino negli anni 1990 misero in relazione tali funzionalità con 64
atteggiamenti mentali, emotivi e comportamentali, dette connessioni corpo-mente (CCM). Essi
furono raggruppati in 16 categorie o funzioni mentali con valori da 0 a 3 in cui i valori intermedi (1
o 2) corrispondono ad atteggiamenti considerati socialmente nella norma, mentre ai due poli estremi
(0 o 3) troviamo situazioni specifiche. Non è stabilito tuttavia se queste indicazioni ematologiche
sugli atteggiamenti mentali siano correlabili a indicazioni psicodiagnostiche validate.
Il test di personalità Millon Clinical Multiaxial Inventory-III (MCMI-III) possiede
caratteristiche riconosciute a livello internazionale per affidabilità psicodiagnostica, ampia
diffusione e semplicità di somministrazione (175 item vero/falso). Nella ricerca compariamo solo le
11 personalità del test che hanno valori da 0 a 115 e significatività maggiore di 75.
Obiettivi: Comparare i valori del CCM-EBH con quelli del Millon test per verificare la presenza di
eventuali correlazioni.

Il Sé e i diritti dell’anima: sintesi e coscienza

Massimo Rosselli

In questa esposizione si sottolinea l’importanza della consapevolezza dell’essenzialità del Sé,
rendendola operativa nella sua più piena espressione umana ed esistenziale, attraverso le qualità
essenziali che costellano come anima veri e propri diritti ad essere manifestate e incontrate
nell’animare la vita.
Le vicissitudini di questi diritti nel percorso dell’esistenza invitano a tenere conto della dimensione
spirituale/transpersonale in senso diagnostico-terapeutico nell’approccio psicosomatico di senso
psicosintetico.
In particolare secondo un’ottica psicodinamicamente orientata di una “biopsicosintesi”, così definita
da Assagioli, il percorso si orienta nella dialettica fra centralità e molteplicità in cui la tendenza
unitaria tra sintesi e coscienza alimenta il dialogo tra istanze preliminarmente opposte (coscienza-
inconscio, pensiero-immagine, salute-malattia ecc.) verso una trasformazione evolutiva.

L’energia del Senza Tempo in psicoterapia

Vittorio Caprioglio

La psicoterapia –secondo la concezione della Scuola di Psicoterapia dell’Istituto Riza di Milano di
cui l’autore fa parte – deve essere disinteressata alla storia, alle cause, alle ragioni, ai progetti dell’lo;
non è quindi il luogo dell’indagine dei traumi passati, ma è uno sguardo sul presente, sulle capacità
del paziente che spesso sono bloccate dall’alibi delle ferite psicologiche di cui ha sofferto. Secondo
questa impostazione i disagi sono “voci” che chiamano il paziente a ricercare la propria unicità, la
propria originalità spesso perduta nelle identificazioni collettive.
Si tratta di una psicoterapia basata sulle Immagini, che sono i “mattoni dell’inconscio” secondo
Jung e la “casa degli archetipi” secondo Hillman: via via che in terapia il mondo immaginativo si
sviluppa, automaticamente viene attivata l’energia libidica arcaica del Sé, quella che Hillman
chiama il Daimon, in cui è depositato il vero principio terapeutico.

Sogni, psicosomatica e psicoterapia psicoanalitica

Fausto Agresta

In questo contributo, attraverso l’esposizione di alcuni casi clinici, si vuole mettere in risalto il
valore terapeutico, relazionale e simbolico del lavoro con i sogni in psicoterapia psicoanalitica
psicosomatica. Il lavoro su di essi è basato sull’interpretazione intesa come traduzione del sogno
stesso, come costruzione ed evoluzione nella cornice del setting e nel transfert e controtransfert,
ragione sicura ed essenziale per la crescita personale e rinascita globale e per la contemporanea
risoluzione dei sintomi che bloccano o rendono la persona incapace di maturare. Il soggetto può
rappresentare nel sogno la sua situazione personale e i conflitti che si sono strutturati sia nei primi
anni di vita che nel corso di essa. Il sogno ricordato e raccontato riesce a dare voce a queste forme
simboliche, ad esperienze pre–verbali legate alla diade madre-bambino e parentale e/o agli effetti
della sua carenza. In virtù di ciò, il racconto del sogno, a volte ricordato con rimozioni varie,
consente di ricollegare i vissuti più profondi scissi a livello inconscio fino ai ricordi depositati nella
memoria implicita ed affettiva. Il lavoro onirico favorisce lo sviluppo del processo di
mentalizzazione, cioè la capacità di “pensare il conflitto” come chiave del cambiamento
intrapsichico e corporeo (psicosomatico), consentendo di dare avvio ad una crescita globale
attraverso un processo di cambiamento delle “sovrastrutture psichiche dell’immaginario”. Come
risultati finali si otterranno: maggiore mentalizzazione, scomparsa dei sintomi, maggiore equilibrio
psicosomatico.

Immaginario in Psicoterapia: la distensione immaginativa

Elisa Faretta

La psicoterapia si sta orientando sempre più verso modalità integrative. Questo può avere positive
ripercussioni in ambito psicosomatico: le tecniche terapeutiche che si rivelano più utili sono quelle
che favoriscono l’integrazione tra esperienze a focalizzazione corporea e di elaborazione di vissuti
soggettivi nel contesto di una particolare relazione interpersonale, basata sulla sintonizzazione
(relazione neurobiologica interpersonale, D. Siegel), in cui accanto alla memoria esplicita
autobiografica verbale possano esprimersi anche le memorie implicite affettive, espressioni della
componente inconscia “non rimossa”, che possono essere colte tramite le rappresentazioni mentali
dell’attività immaginativa opportunamente stimolata con l’utilizzazione di tecniche particolari. La
relatrice presenta una particolare tecnica, frutto di studi e ricerche in ambito sia clinico che
formativo: la Psicoterapia Integrata Immaginativa ad Espressione Corporea (PIIEC; P. Parietti, E.
Faretta, 1996-2017), utilizzata con buoni risultati per disturbi sia psichici sia psicosomatici. La
PIIEC comporta l’utilizzazione integrata e personalizzata sul paziente (tailoring) di modalità
tecniche differenti, tra loro compatibili, quali: la Distensione Immaginativa, l’EMDR, le tecniche
meditative di consapevolezza, le tecniche di derivazione ipnotica. Verrà presentata inoltre una
particolare modalità di utilizzo dei sogni riportati dai pazienti, che possono dar voce al loro disagio.

Violenza sulle donne, un’emergenza che ha radici lontane: percorsi di cura e percorsi di narrazione

Elisa Faretta, Patrizia Molinari

La violenza domestica e di genere rappresenta una delle emergenze sociali sulle quali è necessario
siano investite sempre più attenzioni e risorse. In queste situazioni di violenza il distress può
condurre allo sviluppo di diverse sintomatologie fino a sfociare in una vera e propria Sindrome
della Donna Maltrattata o a un PTSD come effetto a lungo termine. Le conseguenze di tali eventi
costituiscono un fattore di rischio per la salute e l’incolumità delle persone, anche perché i suoi
effetti si propagano ad onda d’urto su tutto il sistema relazionale coinvolto. Tutto ciò
inevitabilmente sollecita negli operatori la necessità di pensare alla strutturazione e progettazione
d’interventi mirati sulla traumatizzazione e le sue componenti di stress, ansia e panico.
Così com’è necessario prevedere interventi in grado di cogliere e trattare la complessità della
violenza e degli attori in essa coinvolti, si rivela particolarmente importante far conoscere questa
tematica alla popolazione, aiutandola a superare quel senso di estraneità in cui facilmente si incorre
quando si sente parlare di violenza sulle donne. A questo proposito nel corso del workshop verrà
presentata un’esperienza teatrale intitolata “Salvarsi non basta”: per la realizzazione di questa breve
rappresentazione hanno lavorato congiuntamente professionisti del settore artistico, operatori di un
centro antiviolenza e donne che hanno conosciuto e vissuto situazioni di violenza.

Psicosomatica e differenze culturali Attraverso tecniche immaginative e di role playing, comprendere il linguaggio psicosomatico alla luce di una realtà multiculturale

Grazia Chiarini, Silvia Grassi, Maria Pia Urbani

L’atteggiamento olistico psicosomatico è un valido aiuto nella diagnosi, nella terapia e
nell’accompagnamento verso il recupero della salute. La capacità dell’operatore sanitario di
accogliere le differenze etniche, culturali e di sintonizzarsi con le emozioni e le percezioni del
paziente, durante le diverse età della vita, può migliorare il processo terapeutico.
In gruppo sperimenteremo, con tecniche immaginative e di role playing, la capacità di vedere le
differenze come una ricchezza che aiuta a considerare la malattia nell’ambito di un contesto
biopsicosociale.

Cambiamenti nella consapevolezza di sé e nella soggettività durante le diverse tappe del morbo di Alzheimer: una lettura psicosomatica
attraverso l’arte

Grazia De Mori

Il morbo di Alzheimer è un tipo di demenza caratterizzata da un marcato disorientamento
spazio/temporale e da un deterioramento che colpisce la memoria, il pensiero e il comportamento. I
sintomi peggiorano con il tempo e seguono un percorso contraddistinto da sette tappe durante le
quali la consapevolezza della malattia, di Sé e delle relazioni con il mondo esterno si modifica
attraverso una progressiva distorsione nella percezione della realtà. Tuttavia è difficile valutare il
procedere della malattia basandosi sui vissuti personali riferiti dai pazienti, in quanto fortemente
influenzati dai cambiamenti di umore e dall’irritabilità. Alcuni Studiosi, nel tentativo di applicare
parametri oggettivi per un confronto fra situazioni diverse, hanno utilizzato scale di valutazione,
come l’Interpretative Phenomenological Analysis, che tuttavia presentano dei limiti in quanto
possono essere impiegate, durante le interviste con i pazienti, solamente negli stadi precoci della
malattia (Van Dijkuizen, 2006). Fortunatamente la memoria implicita o non dichiarativa,
presimbolica e preverbale, che non ha bisogno dell’integrità delle aree orbito-frontali e
dell’ippocampo per mantenere la memoria procedurale perfino negli stadi terminali della malattia
(Scachter, 1996), consente l’espressione di Sé nella produzione artistica. Verranno esaminati i
livelli di consapevolezza nel decorso del morbo di Alzheimer mediante l’analisi interpretativa di
artisti che hanno lasciato opere significative sul proprio vissuto emotivo.

Alopecia areata: il linguaggio della pelle tra corpo e mente

Elena Ferrari

L’alopecia si manifesta con la caduta di peli e capelli. Può interessare qualsiasi parte del corpo, ma
è più frequente sul capo. Esistono diverse forme di alopecia: quella totale implica la perdita
completa di tutti i capelli e peli, mentre in quella areata la caduta è localizzata in chiazze
rotondeggianti e irregolari. Le cause più frequenti possono essere di tipo stressogeno, tossico,
infettivo o ereditario. L’alopecia è strettamente connessa al significato simbolico dei peli e dei
capelli: il concetto di legame affettivo e di energia che fluisce. Indipendentemente dall’ampiezza e
dalla localizzazione di tale patologia, spesso segue a un’esperienza affettiva traumatica per la
persona. Cinque sono i casi clinici di età diverse analizzati che dimostrano che i sintomi, lo stato
emotivo e le reazioni portano ad un denominatore comune del problema: il trauma affettivo, un
lutto, uno sradicamento: per tutti e cinque i casi una “perdita importante” di varia natura. La terapia
psicologica integrata con tecniche immaginative corporee e rimedi naturali ha portato a ridurre in
sei mesi i sintomi dell’alopecia lavorando sul recupero del senso di unità e di identità e
sull’elaborazione del trauma.

La violenza sessuale: corpo, mente ed anima

Elena Calabrò

L’O.M.S. definisce la violenza sessuale come “qualsiasi atto, approccio o commento a sfondo
sessuale perpetrato utilizzando coercizione fisica o psicologica da parte di chiunque,
indipendentemente dalla relazione con la vittima”. La violenza sessuale è un evento traumatico e
fortemente patogeno che causa gravi e profonde conseguenze a tutti i livelli nell’essere umano:
fisico, psichico, socio-relazionale, emozionale, cognitivo, comportamentale. Le numerose ricerche
effettuate sulle conseguenze della violenza sessuale hanno messo in evidenza gli effetti, a breve,
medio e lungo termine, che questa ha sullo stato di salute delle vittime: PTSD, shock, depressione,
ansia, bassa auto-stima, senso di colpa, vergogna, abuso di alcool o di sostanze stupefacenti,
suicidio e tentato suicidio, depersonalizzazione, dissociazione, disturbi del comportamento
alimentare…
Presentazione del caso clinico di C.: utilizzo di un approccio psicoterapico integrato mirato a
sostenere le aree funzionali dell’Io in modo da ristabilire l’integrità della paziente come persona.
Attraverso la relazione terapeutica, tecniche di rilassamento a mediazione corporea e visualizzazioni
guidate si è ristabilito in C. un senso di sicurezza nel mondo, nel suo corpo e nelle relazioni
interpersonali. L’utilizzo dell’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) ha
favorito una corretta elaborazione dei ricordi traumatici della violenza e delle emozioni, sensazioni,
percezioni e pensieri ad essi collegati. Attraverso il percorso psicoterapico C. è pervenuta alla
riacquisizione del senso di controllo e di potere sottrattole dalla violenza sessuale, al superamento
del senso di colpa e della vergogna; alla scomparsa degli attacchi di panico, al recupero
dell’immagine corporea e del proprio femminile; ad un orientamento verso il futuro.

L’ansia e il panico nella società attuale: l’intervento in psicologia dell’emergenza

Elisa Faretta, Patrizia Molinari

Eventi catastrofici naturali o causati dall’uomo (ad es. attacchi terroristici) possono produrre rischi
per la salute fisica e psicologica, fino allo sviluppo di disturbi o sindromi. Gli esiti che possono
derivare da questi eventi stressanti possono essere sia immediati sia nel lungo termine e incidono
sulle capacità di coping e sul benessere degli individui e delle loro comunità di appartenenza. Le

reazioni dei soggetti coinvolti sono variabili, in base alle loro caratteristiche psico-fisiologiche-
sociali, e alle loro esperienze pregresse di ansia. La Psicologia dell’Emergenza studia interventi che

riducano la morbilità psicosociale degli eventi di crisi. Le vittime coinvolte su cui la Psicologia
dell’Emergenza è chiamata ad intervenire sono le persone direttamente coinvolte (vittime I livello),
i familiari e amici e i testimoni dello stesso evento (vittime secondarie), i soccorritori e le persone
che vivono nei luoghi in cui l’evento si è verificato (vittime III e IV livello). Nel workshop, si
tratterà con attenzione l’area specifica di intervento sui soccorritori volontari e professionali
coinvolti nella gestione dell’emergenza. Su di essi, la Psicologia dell’Emergenza deve intervenire in
fase preventiva, durante gli eventi di crisi, e a distanza di tempo, per fornire formazione adeguata
sui temi dello stress post-traumatico, sul burnout e sulle modalità di comunicazione. Lo sviluppo
delle risorse di resilienza è fondamentale nei programmi di soccorso e intervento.

Gli Arcani maggiori dei Tarocchi in un gruppo dinamico

Esperienza psichica del profondo

I simboli che possiedono le carte dei Tarocchi ci permettono di ottenere un vero e proprio dialogo
interiore poiché contengono immagini legate all’esperienza profonda della psiche: in quanto simboli
polisemici aprono le parti della mente che meno usiamo. Allo stesso modo del linguaggio dei sogni,
queste carte offrono una rappresentazione ambigua che consente di effettuare proiezioni di ciò che
siamo nel momento in cui entriamo in contatto con esse (A. Jodorowsky e M.Costa “La via dei
Tarocchi” 2004).
Presenteremo l’esperienza fatta in un gruppo terapeutico, offrendo la possibilità di sperimentare le
tecniche che abbiamo utilizzato per raggiungere la consapevolezza dei nodi psicologici che possono
determinare ansia, panico, problemi relazionali, blocchi evolutivi. Lavoreremo attraverso l’ascolto
del corpo e delle sensazioni che favoriscono la presa di coscienza di sé e degli altri, gli stimoli di
scrittura, le immagini e intuizioni che si accompagnano al gioco e alla creatività attraverso il
linguaggio dei sogni e della poesia.

I codici della coscienza onirica

Mariachiara Marazzina

Perché abbiamo bisogno di dormire? Certo il sonno ci permette di recuperare le energie ed essere in
forma per il giorno successivo. Ma questa è solo una piccola parte della realtà, perché quando
chiudiamo gli occhi e Morfeo, dio del sonno, ci viene a trovare, svolge l’importante funzione di
produrre uno stato di completo oblio. Così mentre ci inabissiamo nella notte ci dimentichiamo chi
siamo, i nostri problemi non ci sono più e tutte le idee che ci siamo fatti su di noi e sugli altri
svaniscono. Solo in questo stato il nostro cervello può rigenerarsi. Solo in uno stato di completa
disidentità possiamo accedere al lato più profondo e sconosciuto di noi, quello che produce l’essere
che siamo nella sua autenticità. Mentre dormiamo ci troviamo in un altrove, un luogo incantato dal
quale sgorgano sogni ed immagini oniriche. Quindi la notte non è unicamente un luogo di ristoro,
ma è un’altra vita che viviamo, un’esperienza che ci lascia le tracce la mattina dopo attraverso il
ricordo dei frammenti di certe immagini che ci vengono a trovare. Dunque la “signora della notte”
ci mostra una visione delle cose del tutto nuova, ci regala soluzioni inaspettate e preziosi consigli, a
patto che impariamo ad aver cura dei messaggi in codice che lei ci manda.