Psicosomatica

Con il ritorno a scuola, dopo le vacanze che i compiti  ci auguriamo non abbiano troppo disturbato , spesso cominciano per i giovani allievi ed i loro genitori una serie di disagi che potranno prolungarsi anche per tutto l’anno scolastico. Oltre ai fastidiosi problemi logistici, a quelli dovuti al cambio di organizzazione delle giornate, alle modifiche dei tempi e dei tipi di sonno, i piccoli possono manifestare disturbi anche dolorosi, non bene definibili e comprensibili, e magari poco considerati, che  possono venire etichettati come capricci o magari (seppure non sempre correttamente) di tipo psicosomatico, ma anche a volta essere fonte di ansia e preoccupazione per i genitori.

Si tratta soprattutto di “mal di pancia” e di vari tipi di “mal di testa” che nei bambini, anche aldilà dell’evento scuola, sembrano essere in aumento e che, a volte, non vengono adeguatamente considerati.

Riporta il quotidiano “La Stampa” (07/10/10) che  negli Stati Uniti, secondo le ricerche della Fondazione per la Ricerca dell’emicrania, ne sarebbero affetti il 10% dei più piccoli ed il 28% dei teenager, mentre in Italia la situazione pare essere un poco più equilibrata

Ma che cosa fare in questi casi?
Intervistato, il presidente della Federazione Italiana dei Medici Pediatri prof. Giuseppe Mele evidenzia l’effetto del “cambio dei ritmi biologici” che essendo più lenti nei bambini più piccoli necessitano di tempi più lunghi di riadattamento, e suggerisce di “fare il tagliando”, che comprende anche i dovuti accertamenti suggeriti dal medico, ai bambini prima della ripresa della scuola.

La prof. LidiaGrassi, neurologa  responsabile del Centro Cefalee dell’Istituto Carlo Besta di Milano, anche lei intervistata da “La Stampa” così si esprime: “per esperienza posso dire che se un bimbo o un ragazzo ha male, quasi sempre è vero e va creduto senza drammi” ed a proposito della possibile incidenza della scuola nel manifestarsi dei sintomi aggiunge “c’è continua richiesta di performance :e nei ragazzi d’oggi c’è forse una maggiore tendenza a somatizzare l’ansia”.

Mentre sul tipo di dolore nel mal di testa dei bambini precisa che è: “di intensità notevole nei casi di attacchi emicranici, ma di minore durata rispetto all’adulto.
Le cefalee di tipo  censivo invece spesso gli consentono di continuare il gioco, ma non lo studio, per questo poi non viene creduto…”