6. Diagnosi

Consensus | Diagnosi

 

6.1 La diagnosi di disturbo psicosomatico è piuttosto facile. Basta evitare due errori:

6.1.a uno è quello che ha caratterizzato la medicina esasperatamente organicistica (durata un buon secolo: dalla seconda metà dell’800 alla prima metà del ‘900) per cui il solo “pensare” a qualcosa di funzionale era quasi un’eresia. Agli inizi della MP la diagnosi di psicosomatosi era consentita solo per esclusione e mai per elezione;

6.1.b l’altro errore è quello di sopravvalutare l’ipotesi psicogena tralasciando esami più accurati.
Frugoni, pur sostenendo che “il malato non solo è un corpo fisico ma un essere pensante e sofferente”, diceva “”io ho compiuto gli errori più gravi quando ho considerato un p. come funzionale” (2). Ciò oggi sarebbe difficile dati i progressi della tecnologia: TAC, ecografie, scopie, rivelano anche i tumori che avrebbero potuto sfuggire al classico esame clinico-semeiotico.

6.2 In MP la diagnosi è frequentemente dichiarata dal p. stesso che magari è restìo a definirsi malato ma quasi compiaciuto di ritenersi “stressato”.

6.3 Tuttavia la MP dispone di un apprezzabile bagaglio psicodiagnostico (50) che serve soprattutto a quantizzare: sintomi (quali l’ansia e la depressione), tratti di personalità (compresi l’alexithymia e le personalità di tipo A (coronaropatici), C (cancer), T (thrilling), il peso degli eventi, il grado di supporto sociale, le modalità di comportamento e di difesa.
L’uso di questi reattivi consente di:

6.1.a confermare strumentalmente l’ipotesi psicosomatica del disturbo

6.1.b stilare un profilo psicofisiologico del p. in cui egli stesso potrà scoprire quali elementi antieconomici sia opportuno cercar di eliminare o attutire

6.1.c verificare, mediante ri-test a distanza, il grado del miglioramento

6.1.d avvicinare in modo soft il p. alla psicologia sul piano della curiosità e non su quello di un temuto “salto nel buio” generatore di resistenze alla psicoterapia

6.1.e disporre di dati numerici per ogni tipo di ricerca

Di particolare utilità, già a livello di primo incontro con il medico di base, è il test MHQ (Middlesex Hospital Questionnaire) che consiste in 48 domande a cui il p. risponde si-talvolta-no e che quantizza nel giro di pochi minuti i livelli di ansia, depressione, fobie, ossessività, somatizzazioni, isteria. Il test fu adottato nel Middlesex Hospital, per accertare subito, già all’ingresso del p. in ospedale, l’eventuale bisogno del videat psichiatrico.