XXV Congresso

Tra le varie proposte tecniche con finalità psicoterapeutica, in prevalenza di origine orientale, importate in occidente ed anche in Italia, hanno assunto una preminenza quelle su base meditativa con la finalità di raggiungere gradi di consapevolezza personale.
Alcune sono diventate di moda sulla base di una diffusa promozionalità mediatica non sempre correttamente, altre stanno diventando una forma di terapia diffusa anche in ambito medico occidentale.
Tra queste, anche se non sempre ben compresa ed applicata, ha incontrato un buon successo, la Mindfulness elaborata nei primi anni ottanta da Jon Kabat-Zinn professore di medicina presso la Boston University, Ecco uno stralcio di come Jon Kabat-Zinn si esprime sull’argomento.

“ La mindfulness è l’aspetto centrale delle pratiche buddiste di meditazione, ma la sua essenza è universale. Indica un affinamento della capacità di prestare attenzione costante e penetrante, e di lasciare emergere una facoltà intuitiva che va al di là del pensiero, sebbene possa essere formulata attraverso il pensiero”.

“Permettetemi di cercare di inserire in un contesto più ampio ciò che la meditazione buddista può offrire all’occidente.
Essa è in grado di rispondere ai bisogni profondi delle persone che soffrono senza per questo richiedere un coinvolgimento nella religione buddista o in qualsiasi altra fede religiosa. Molte persone possono non essere interessate all’illuminazione, ma possono mostrarsi sensibili all’eliminazione della sofferenza.
Sorge la domanda: c’è una saggezza tipica del buddismo che corra il rischio di venire in qualche modo travisata per il solo fatto di essere messa a disposizione di coloro che soffrono? Può questa saggezza aiutare le persone a raggiungere l’integrità, a eliminare le frammentazioni e le sofferenze?

La mia tecnica, prende spunto dalle tradizioni theravada e zen e per quanto scarna …utilizza un gran numero di tecniche diverse che ho cercato di introdurre nei programmi di terapia della medicina occidentale. [……] Oggi come oggi la gente conosce la meditazione, ma ne ha una visione riduttiva.

Vogliamo insegnare alla gente che la meditazione non consiste nel rendere la mente vuota, ma piuttosto nell’imparare a riconoscere le cose per quello che sono. Uno dei valori della meditazione buddista di cui siamo poco consapevoli in occidente è la calma. Avrete notato che in occidente la gente è sempre in continuo movimento. Gli americani ne hanno fatto un’arte.

Stiamo sempre facendo qualcosa, andiamo a letto esausti e il giorno dopo quando ci alziamo facciamo ancora di più, corriamo ancora di più. Non ci vuole un grande acume per capire che spesso siamo talmente immersi nel fare da dimenticare l’essere. Viviamo separati dalle nostre esperienze, dai nostri sentimenti. Siamo guidati dalla mente, dai pensieri, dalle aspettative, dalla paura, desideriamo sempre essere da un’altra parte.

Questo desiderio di essere altrove significa che non siamo veramente dove siamo, che non viviamo in maniera totale la nostra vita. Non siamo nemmeno capaci di gestire le difficoltà e i problemi che si presentano.
Se la mente è distratta o per metà da un’altra parte, in presenza di situazioni stressanti o minacciose le nostre reazioni saranno altamente condizionate e automatiche. Finché nella nostra testa permane questa nebbia densa, i livelli più profondi di saggezza e di intelligenza rimarranno inaccessibili.
La stessa cosa vale per il corpo.
Molte persone diventano coscienti del proprio corpo solo quando “c’è qualcosa che non funziona”. A quel punto si rivolgono a uno specialista che dovrebbe farli sentire meglio e che il più delle volte fallisce. È vero che la medicina occidentale negli ultimi vent’anni ha conosciuto notevoli progressi, tuttavia si tratta per lo più di progressi nella diagnostica. La diagnosi serve a identificare il problema, non a risolverlo….

Mindfulness e cervello

Un interessante contributo allo studio della mindfulness è stato fornito da Daniel Siegel che nel suo testo Mindfulness: mente e cervello (tr. Cortina 2009) ha trattato dei meccanismi cerebrali coinvolti nell’esperienza mindfullness contribuendo in tal modo ad una (ipotetica ma interessante) contributo alle interazioni mente cervello.
Stralciamo da questo testo alcune voci che raccolte in un glossario contribuiscono alla costruzione della metafora visiva globale di quella che ha denominato ruota della consapevolezza.

Glossario parziale

Ruota della consapevolezza
Una metafora visiva della mente che ci per¬ mette di vedere come una ruota, composta da mozzo, raggi e cerchione, possa rappresentare i diversi aspetti dell’esperienza dell’attenzione.
Cerchione della ruota
I punti infiniti dei possibili elementi che possono entrare nel focus dell’attenzione. Il cerchione può essere diviso in almeno quattro settori, che includono. I primi cinque sensi (i dati provenienti dal mondo esterno)- il sesto senso (le informazioni provenienti dal corpo) – il settimo senso (gli elementi che fanno parte della stessa mente – pensieri, sentimenti, immagini mentali, ricordi, credenze, intenzioni ecc.) e l’ottavo senso (le relazioni con le altre persone, qualcosa di più ampio del Sé quotidiano, o il sentimento di sintonizzazione con se stessi).

Mozzo della ruota
L’aspetto centrale della consapevolezza, che è anche la fonte dell’ attenzione esecutiva. Esistono vari aspetti del diventare consapevoli e tra di essi è possibile includere come il mozzo possa ricevere gli elementi del cerchione in modo puntuale, guidato dalla spinta degli stimoli (attenzione esogena) o diretto dalla mente stessa (attenzione endogena). La mente può anche entrare in uno stato recettivo in cui il mozzo ha una qualità spaziosa e intenzionalmente aperta a tutto ciò che si presenta sul cerchione, ma (nella consapevolezza mindful) mantiene comunque una posizione riflessiva di consapevolezza. Il discernimento che emerge da questa riflessione permette l’identificazione della natura transitoria e processuale dei pattern di personalità e delle altre attività della mente, che non sono più intese come la totalità di ciò che una persona è.

Raggi della ruota
L’attività di dirigere l’attenzione dal cerchione al mozzo della ruota (esogena) o dal mozzo della ruota al cerchione (endogena).Molti raggi qualitativamente diversi possono essere inviati nel filtro dei flussi di consapevolezza (vedi) poiché i raggi connettono anche lo stesso punto del cerchione alla consapevolezza del mozzo e plasmano direttamente il modo in cui facciamo esperienza della consapevolezza.

Testi interessanti di riferimento
Kabat-Zin J. (2005) Vivere momento per momento – Corbaccio Milano
Kabat-Zin J. (2005) Riprender i sensi – Corbaccio Milano
Kabat-Zin J. (2007) Ovunque tu vada ci sei già – Tea Pratica Milano
Kabat_Zin J. (2014) Mindfulness per principianti – Mimesis Milano
Zindel V. Segal e altri (2006) Mindfulness (prefazione di J. Kabat Zin) – Bollati Boringhieri Torino
Williams M. e altri (2010) Ritrovare la serenità (con CD di meditazione guidate condotte da Kabat- Zin ) – Cortina Milano