SIMP 25 ° CONGRESSO MONTESILVANO
7-8 NOVEMBRE 2015

Buon giorno e benvenuti tutti a questo nostro 25° Congresso Nazionale che, nel ricordo affettuoso di Romano Didonato, ho il piacere e l’onore di dichiarare aperto.
Non credo che possa essere sfuggito come la tematica proposta in questo nostro 25°Congresso – “ Il linguaggio della malattia”: pensare psicosomatico corpo, sogni, parole nella relazione terapeutica” – appaia, per molti aspetti collegata a quella del 24° tenuta nel 2014 a Vicenza : “ I territori del futuro: dalle leggi dell’anima alle neuroscienze “.
Forse, la formulazione attuale può sembrare un poco più ridondante di quella precedente, ma ciò ha costituito una scelta indicativa di una caratteristica propria della “psicosomatica”, in senso globale.

Quella di essere passata, nella sua storia, dall’entusiasmo degli inizi e dalle fantasie progettuali di una soluzione esaustiva delle sue problematiche a livello teorico e pratico applicativo, ad una focalizzazione sul momento dell’attuale situazione, non certamente del tutto soddisfacente della stessa psicosomatica.

“Psicosomatica” che, figlia della psicoanalisi, dopo un lungo periodo di quasi incontrastata impostazione psicodinamica, si trova a doversi confrontare anche sulla base delle ricerche in ambito biologico, con le acquisizioni che hanno caratterizzato la strutturazione e l’affermazione di ciò che viene indicato come “neuroscienze”.

Con ciò rischiando di ricadere, seppure su altre basi conoscitive, nel dilemma, non risolto, della relazione tra mente e corpo; in effetti della dinamica tra mondo delle idee e mondo delle cose, dalle esigenze del “comprendere” e del potere – dovere, applicando modalità adeguate di valutazione anche integrativa.

Ma anche con il rischio di riproporre, a livello clinico, quella ormai storica e stanca diatriba tra una fideistica scelta di campo con acritica adesione ideologica operativa ed il ricorso invece ad una integrata collaborazione tra modelli teorici e tecnici differenti, ma tra loro compatibili.

Personalmente mi pare che, nella globalità del mondo della psicosomatica, si stia verificando una certa situazione di crisi soprattutto a livello di pratica operativa, unitamente ad una certa stanchezza ed anche indifferenza del mondo medico, sempre più specialisticamente focalizzato sulle necessarie ed indispensabili competenze tecnologiche, magari schermandosi a livello comunicativo, con un ridondante ricorso mediatico, ad astratte formulazioni verbali sulla necessità (condivisibile) di un migliorabile “rapporto medico / paziente”.

Si tratta di una crisi della quale dovremmo sentirci tutti partecipi e portatori, seppure consapevoli, nella contestualità in essere, delle nostre limitate locali, ma nello stesso, sentendoci soggetti desideranti di conoscenze e di impegno conoscitivo focalizzato sulla realtà del momento presente e nel contesto della socialità attuale.

A questo proposito, tramite la tematica congressuale, abbiamo scelto di metterci in gioco come società scientifica, volendo testare la situazione psicosomatica nazionale, essenzialmente rappresentata dalla SIMP attraverso il diretto coinvolgimento, a livello di esposizione congressuale, dei nostri soci, a partire dal direttivo, in una diretta confrontazione di posizioni, di impostazioni e di idee, anche per cercare di meglio comprendere chi siamo, che cosa sappiamo, che cosa vogliamo, dove vorremmo andare.

Una impostazione forse in apparenza presuntuosa, ma che in realtà vuole costituire un atto di umiltà riflessiva sugli obiettivi della SIMP attraverso una valutazione delle nostre possibilità e capacità.

Grazie a tutti voi per la presenza e per i contributi.
Auguri a tutti noi di buon lavoro