17. Insegnamento e Formazione

Consensus | Insegnamento e Formazione

17.1

L’insegnamento della MP non è previsto dalla Tab. XVIII (ma esiste la possibilità di proporre alla Facoltà nuovi insegnamenti, compresa dunque la MP) mentre è presente in varie Scuole di Specializzazione. Quindi anche l’Università ha un suo ruolo nella formazione psicologica del medico. La Commissione Universitari della SIMP, coordinata da Rigatelli, ha stilato un documento (1991) per dettarne le guidelines.

17.2

Tutta la medicina ed ogni patologia sono per definizione “psicosomatica”.
Introdurre la psichico e l’emotivo, il fantasma, l’eros e il thanatos, accanto al logico e all’obiettivo, mira a creare una dialettica che superi il non dialogo tra “psicologisti” e “organicisti”. Si propone dunque un lavoro integrato (o non particolarmente dissonante) contro la frammentazione dell’intervento clinico dovuto alla superspecializzazione, contro lo split tra modello bio-medico e modello psico-sociale, tra medici, psichiatri e psicologi e in definitiva tra pazienti, loro familiari, e curanti.
I contenuti dell’insegnamento riguardano aspetti storici della MP (concetti, modelli, evoluzioni), metodologia della relazione medico-paziente, rapporto tra corpo-reale e corpo-vissuto, lezioni a tipo seminariale su temi specifici, ai fini di una comprensione razionale e non mitica dei collegamenti psiche-soma.
Il momento formativo è inteso come introduzione riflessiva e problematica all’esperienza di presa in carico emozionale del paziente: l’approccio positivo lascia spazio all’evento umano (relazione medico-paziente da un lato e vissuto di malattia come esperienza dall’altro).
L’aquisizione di un’attitudine psicoterapica è favorita dalla partecipazione ad attività di consulenza (liaison), a gruppi di discussione alla Balint, ad esperienze di gioco dei ruoli e di psicodramma (condotte da persone con specifico training per la potenza degli aspetti emozionali in grado di evocare), a proiezioni audiovisive e cinematografiche che permettono un impatto emotivo diretto (anche quando i partecipanti sono numerosi).
Anche l’attività di ricerca è funzionale al fine ultimo dell’universitario. Questi i filoni principali.
1) studi epidemiologici ed etiologici miranti ad identificare il rapporto esistente fra malattia e fattori psicologici e sociali (povertà, urbanizzazione, emigrazione, disoccupazione, eventi stressanti, caratteristiche e struttura di personalità, stati psicopatologici, il sistema di cui il soggetto fa parte in una prospettiva eco-sistematica, ecc.);
2) studi sui meccanismi psicofisiologici (neurofisiologici, neuroendocrini, metabolici, immunitari) che mediano fra rappresentazione simbolica degli eventi – interni ed esterni – ed il funzionamento – normale e patologico – di organi e tessuti;
3) studi sulle reazioni psicologiche e sociali alla malattia, al ruolo di malato, all’ospedalizzazione (fattori soggettivi, supporto sociale, qualità della vita, ecc.);
4) studi sui risultati di trattamenti psicofarmacologici e psicoterapici.